MAX VERSTAPPEN: VOTO 10
È tutta una questione di equilibrio: le vittorie stagionali sono undici, quelle consecutive sono nove. Quindi il voto è l'ennesimo dieci, stavolta però da lanciare nelle tribune osannanti a mo' di trofeo. Dentro un GP dalle sembianze di un rave party (pure le nonne e i lattanti a scatenarsi sulla musica techno), SuperMax ha messo un altro mattone nella costruzione di un edificio che avrà per tetto il terzo titolo consecutivo. Ha concesso scampoli di gloria a Norris in prova e a Perez ad inizio gara ma non ha mai lasciato il timone. Solo il calcolo delle probabilità concede qualche chances alla concorrenza...
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CHARLES LECLERC: SENZA VOTO
Gara compromessa fin da subito e responsabilità condivise con la squadra: un equilibrio che regge, ma fino a quando? Urge un risultato corroborante (tipo il podio di Spa-Francorchamps) sugli ampi spazi di Monza, next stop del Mondiale o prossima stazione della Via Crucis? Sì ma queste solo le pagelle di Zandvoort, dove però il nostro ha tolto mestamente il disturbo dopo aver fin troppo e inutilmente a lungo remato lungo la pista con una SF-23 dalle prestazioni nettamente inferiori alle avversarie.
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FERNANDO ALONSO: VOTO 8,5
Appena la Aston Martin ritrova la competitività della prima parte del Mondiale, lo spagnolo non si tira indietro: settimo podio stagionale, giro veloce in gara, due posizioni guadagnate al via e una "garra" senza eguali, ben distribuita nell'arco dei settantadue giri di gara. Trova pure il modo di blandire la marea orange nelle dichiarazioni di fine gara. VOTO 5 al suo compagno di squadra LANCE STROLL, praticamente non pervenuto ma non si capisce bene come a tanto così dalla zona punti a fine gara. Tant'è: racchetta da tennis e polsini antisudore sempre più vicini a prendere il posto di casco e guanti nel suo borsone.
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PIERRE GASLY: VOTO 7,5
Quando inizia a sentire l'aria di Monza (teatro della sua prima e fin qui unica vittoria nel Mondiale), il galletto Pierre alza la cresta. Non importa che le dune di Zandvoort non ricordino neanche un po' le colline brianzole e il Parco della Villa Reale pur martoriato dalle tempeste di luglio. Gasly sgomita come si deve nelle prime convulse fasi del GP d'Olanda, poi tiene la barra dritta e la spunta "di gomme" nel rush finale, con l'aiutino di SERGIO PEREZ (VOTO 5,5) per fare l'ultimo passo: quello sul terzo gradino del podio.
CARLOS SAINZ: VOTO 6,5
Solido, efficace, "catenacciaro" quanto basta (e serve) nell'allargare i gomiti per tenersi dietro due mastini come LEWIS HAMILTON (VOTO 6) e LANDO NORRIS (VOTO 5, era l'unico collega "temuto" da Verstappen) nello sprint finale da dieci giri da o-la-va-o-la-spacca). Un quinto posto che non esalta nessuno ma permette alla cabina di regia di Maranello di sottrarsi a critiche più pesanti. Carlos ha letto correttamente ogni singola fase di una gara mutevolissima e insidiosa, facendosi trovare pronto. Sufficienza ampiamente meritata e una pacca sulla spalla.
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ALEXANDER ALBON: VOTO 7
Proprio a casa sua, due vittime sacrificali di Verstappen hanno avuto modo di brillare: il già citato Gasly e poi il pilota della Williams. Prima sosta ai box a tre quarti della istanza per l'inglese di origini thai che ha tirato fuori l'inimmaginabile da una Williams che a Zanvoort non era esattamente attesa ad una performance da zona-punti. Onore al merito quindi per Alex e una tiratina d'orecchie per LOGAN SARGEANT (VOTO 5) che si è guadagnato la fase finale delle qualifiche ma è andato subito a sbattere, mettendola poi di nuove nelle barriere (la FW45) nel Gran Premio
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LIAM LAWSON: VOTO 7
Catapultato nell'arena di uno dei GP fin qui più complessi della stagione, il ventunenne neozelandese dalla faccia d'angelo se la cava egregiamente, chiudendo tredicesimo e lasciandosi alle spalle lupi di mare (Magnussen, Bottas), il proprio compagno di squadra Tsunoda e un top driver (Russell). Nessuna sbavatura in pista e un breve ma intenso duello (vinto, oltretutto) con l'azzoppato Leclerc. Sarà già in giro - Liam - a cercare le foto da appendere a casa!
DANIEL RICCIARDO: SENZA VOTO
Il suo GP d'Olanda finisce già "a las cinco de la tarde" o giù di lì del venerdì, con l'incidente alla curva tre sopraelevata che gli impedisce di proseguire il suo apprendistato "di ritorno" al volante della Alpha Tauri: Monza (dove ha vinto due anni fa con la McLaren) e Singapore sono già in buona sostanza "andate". In bocca al lupo per una guarigione... da Formula Uno e arrivederci al finale di stagione overseas: per giocarsi come si deve le sue restanti chances.
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