Ripartita ai primi di agosto con i GP di Inghilterra e Austria, la MotoGP imbocca a settembre il rettilineo finale di una stagione che sembra ormai lasciare poche chances ai rivali di Francesco Bagnaia nella corsa al titolo. Non tanto per il vantaggio del campione in carica in termini di punteggio, quanto per il trend recente: negli ultimi cinque appuntamenti (a partire dal GP d'Italia), Pecco ha messo in cascina tre vittorie nel GP long distance (Mugello, Assen e Spielberg) e due nel formato Sprint (di nuovo Italia e Austria, due weekend da percorso netto). Dovesse tenere questo ritmo nell'imminente weekend del Gran Premio di Catalunya a Barcellona ed in quello successivo di San Marino e della Riviera di Rimini a Misano Adriatico, Bagnaia potrebbe affrontare molto serenamente il "filotto" overseas dell'autunno che precede il tradizionale sipario di Valencia.
C'è però un dato statistico che concede qualche speranza agli avversari di Bagnaia in chiave-Barcellona. Sorprendentemente infatti Pecco non ha mai tagliato per primo il traguardo al Montmelò nella sua ormai decennale carriera nel Motondiale. Un decimo posto il miglior risultato in Moto3 (2014), un appena migliore ottavo posto nella classe intermedia quattro anni più tardi e un sesto nel 2020 in premier class con la Ducati Pramac.
Una sorta di... vuoto di potere in terra catalana che i "diretti" rivali del capofila hanno tutte le intenzioni di provare a sfruttare ma altrettanto certamente un "vulnus" che Pecco punta ugualmente a sanare, insieme al brutto ricordo della carambola iniziale di dodici mesi fa (anzi quindici, si correva ai primi di giugno).
Il leader svetta intanto a quota 251 punti, ben 62 più di Jorge Martin (189 lo score totale dello spagnolo) e 68 più di Marco Bezzecchi (183 il totale del candidato VR46) che lo scorso 20 agosto a Spielberg hanno "impattato" con un bottino di sedici punti a testa: tutti relativi al GP lungo per Marco, quasi equamente distribuiti tra il sabato e la domenica Jorge.