Dal Real Madrid al Frosinone fa venire in mente una canzone di Rino Gaetano (“Mio fratello è figlio unico perché è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone”), invece in questo 2023 è il percorso di Reinier, un ex ragazzo-prodigio che ai tempi del Flamengo spaccava le partite da solo e poi in Europa non ha mantenuto le promesse. Ora riparte dalla provincia italiana per provare a dimostrare quanto vale.
C’è un prima e un dopo nella carriera di Reinier Jesus Carvalho, nato a Brasilia il 19 gennaio del 2002. Il “prima” è pieno di complimenti, urla di stupore, elogi da ogni parte. Il ragazzo è entrato a 9 anni nelle giovanili del Vasco da Gama, ma 3 anni dopo si è trasferito al Flamengo (passando attraverso brevi periodi nel Botafogo e nel Fluminense), e ha scalato vertiginosamente le gerarchie delle squadre giovanili. Nel 2017 ha trascinato la squadra alla vittoria della Copa Brasil Under 17. Il 5 febbraio del 2018 è arrivata la firma sul primo contratto professionistico con il Fla, contratto poi prolungato fino al 2024 e adeguato economicamente. Il 31 luglio del 2019, a 17 anni e mezzo, ha esordito nella prima squadra durante la partita di ritorno contro l'Emelec in Copa Libertadores e da allora non è mai uscito di squadra, partecipando attivamente alla conquista del titolo nazionale brasiliano e della Coppa Libertadores. Talento puro, ha conquistato la fiducia dell'allora allenatore Jorge Jesus e di tutti in compagni di squadra. Non a caso Filipe Luis, terzino di lungo corso (ex Atletico Madrid) e suo compagno di squadra nel Flamengo, appena appresa la notizia del trasferimento al Real fece i complimenti al Real: "Davvero un grande colpo. Reinier è un giocatore eccezionale, fa sempre la cosa giusta in campo, ha una maturità incredibile per essere un giocatore che non ha ancora compiuto diciotto anni". Il 23 novembre 2019 il punto più alto della carriera, quando ha conquistato proprio con la maglia rossonera del Flamengo la Copa Libertadores, risultando uno dei più giovani giocatori della storia ad avere alzato il trofeo.
Eccolo al Real, allora. Annuncio il 20 gennaio del 2020, valore dell’operazione 30 milioni di euro, contratto per il ragazzo fino al 2026. Dopo Vinicius, Reinier venne bollato come “un altro giovane fenomeno brasiliano che sbarca alla corte del Real Madrid”. E il diretto interessato non riuscì a trattenere le lacrime in occasione della presentazione ufficiale al fianco del presidente Florentino Perez. Dovette anzi ricomporsi più volte mentre parlava dei sacrifici della sua famiglia per aiutarlo a raggiungere il club spagnolo. Un pianto a dirotto quando il club mostrò un video dei suoi momenti salienti con le squadre giovanili del Brasile e con il Flamengo suo ex club. "È grazie alla mia famiglia se sono qui", disse Reinier, asciugandosi le lacrime. "È stato difficile lasciare tutto alle spalle quando ero piccolo solo per poter giocare", aggiunse. Un sacrificio giustificato, almeno per quella fase ascendente. "Sono disponibile a fare qualunque cosa il club voglia che io faccia. Darò sempre il massimo", disse ancora Reinier. Fino a lì tutto bene.
Come detto, c’è un prima e un dopo. Reinier venne assegnato dai dirigenti del Real Madrid al Castilla, la squadra filiale della Casa Blanca che gioca in serie B, già allora allenata da Raul. Esordio il 23 febbraio contro il Sanse, con un assist (vittoria 2-0). Fino allo stop per Covid ancora tutto bene, tre partite e due gol. E meglio ancora sembrava il post-Covid, quando Zinedine Zidane decise di aggregarlo alla prima squadra. Solo per gli allenamenti, però.
Infatti per la stagione seguente non c’era più posto per lui. Il 19 agosto del 2020 venne annunciato il suo passaggio in prestito al Borussia Dortmund, maglia numero 20. Stagione complicata, tanta panchina e un po’ di campo, esordio ufficiale il 14 settembre nel 5-0 contro il Duisburg, primo (e unico) gol molto più tardi, all’undicesima presenza, il 3-0 contro l’Arminia Bielefeld del 27 febbraio. Bilancio decisamente modesto alla fine della stagione, 39 presenze globali (poche da titolare e poche intere), un solo gol, un assist, zero proposte da parte del Borussia Dortmund per un eventuale riscatto, mesto ritorno al Real.
Un anno fa di questi tempi ecco la nuova chance: il prestito al Girona. Sembrava la nuova svolta per la carriera, un ritorno a un passato glorioso. Il 9 settembre era già sul tabellino dei marcatori nella vittoria per 2-1 contro il Valladolid, ma tra un infortunio e l’altro, a fine ottobre è arrivato anche il momento peggiore della carriera: lesione al tendine del bicipite femorale della gamba destra. Quattro mesi di sto, con ritorno il 17 febbraio (solo in panchina) contro l’Almeria e solo spezzoni di partita fino alla fine della stagione, chiusa con 18 presenze, di cui solo 5 da titolare, e 2 gol segnati.
Ora riparte dal Frosinone, da un club che ha dimostrato su questo mercato di avere tante idee interessanti. Il valore del giocatore è indiscutibile, serve un po’ di pazienza e la capacità di metterlo nelle condizioni ideali per giocare il suo calcio, che è fatto di dribbling, tecnica e velocità, che potrebbe anche fare di lui il nuovo Kakà, se la sfortuna lo lasciasse un po’ in pace e gli permettesse di pitturare i suoi gol e i suoi assist allo Stirpe.