E ora Portorico, ma potrebbero anche essere gli Stati Uniti o la Spagna o qualsiasi altra potenza del basket mondiale. Perché il “possiamo vincere o perdere con tutti” quando in campo vanno i nostri azzurri del basket, è ancora una volta dimostrato. Davvero tutto può succedere, a prescindere da chi hai di fronte. E nessuno cominci con la storia del salire sul carro dei vincitori, perché Fontecchio e compagni nelle tre gare del primo girone non avevano tirato né giocato bene, e i dubbi c’erano, le riflessioni sono state obbligate. Poi è arrivata la Serbia e i palloni sono entrati con più facilità, c’è una spiegazione a tutto ciò? Torniamo al discorso del reggere o meno la pressione?
Ma niente ormai stupisce più di tanto, questa è l’Italia della pallacanestro, già dai tempi di quando con Sacchetti fece il clamoroso sgambetto ai fuoriclasse serbi. Piuttosto stupisce in maniera positiva la crescita esponenziale di gente come Paiola e Severini, loro non sono le stelle predestinate, ma sono divenuti l’anima aggiunta della squadra di Pozzecco, il bolognese grazie a quella faccia tosta che ora si tramuta anche in punti pesanti e l’ala di Tortona che ha mostrato una freddezza e una solidità degne di un giocatore dalla grande esperienza internazionale.
Perché poi le stelle sono altre, una brilla più delle altre, si chiama Simone Fontecchio, per il quale aggettivi non ce ne sono più: ha chiuso con oltre il 73% dal campo e tirato giù 7 rimbalzi, un trentello che è servito anche a trascinare con sé Marco Spissu, il primo su cui Pozzecco avrebbe puntato tutto il suo patrimonio con certezza di vincita.
L’avevamo detto dopo la vittoria contro le Filippine: la nostra squadra deve giocare tranquilla e divertirsi, magari forzare anche qualche tiro perché l’anima del suo gioco è quella, inutile girarci attorno. Perché se chiudi con più del 50% dall’arco allora chiunque diventa battibile. Ma gli uomini di Pozzecco difendono ora da grande squadra, ben consapevoli che contro i serbi alzare le percentuali di tiro poteva non bastare, e allora avanti senza paura contro anche contro gente come Bogdanovic e Jovic, che alla fine hanno dovuto arrendersi ancora una volta.
Vero, in pochi avranno scommesso su una vittoria dell’Italia, così come ora chissà quanti scommetteranno sul primo posto in questo secondo girone, che vorrebbe dire evitare gli Stati Uniti se il cammino azzurro continuerà. Perché accada domenica mattina dovremo battere Portorico e sperare che la Serbia vinca contro i dominicani. Troppi “se” e troppi “speriamo”, la nostra squadra non ragiona in questi termini, gli azzurri devono giocare come sanno e basta. Perché i conti, in questo tipo di competizioni si fanno solo alla fine. Come, d’altronde, il recente passato insegna.