NAPOLI

Napoli, Garcia già ko: il confronto con Spalletti è già in salita. Ed è rimpianto Kim

I partenopei devono già fare i conti con la prima sconfitta stagionale: sotto osservazione la difesa

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Una stagione dopo è ancora lui, il grande ex Maurizio Sarri, a battere il Napoli in casa. Una consuetudine ormai, ma con tempi decisamente diversi: se un anno fa era il 3 marzo, e i partenopei avevano quasi lo scudetto in tasca, adesso si è appena agli albori di una nuova era. Quella di Rudi Garcia, che alla terza giornata compie il primo passo falso abbandonando subito la vetta della classifica. E i paragoni, ovviamente, si sprecano: Spalletti, nell'anno del Tricolore, ha impiegato ben sei mesi per perdere la prima partita (1-0 a Milano con l'Inter, subito dopo la sosta il 4 gennaio). Qui invece, a poco più di due settimane dall'inizio, siamo già a commentare un ko.

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Altri tempi verrebbe da dire, anzi altri 'Kim': guardando i quattro gol incassati da Meret (due regolari e due annullati), non può che venire in mente il difensore sudcoreano. Sì perchè la difesa del Napoli al San Paolo, senza il centrale ora al Bayern, è stata un colabrodo. Poco aggressiva, come ammesso dallo stesso Rudi Garcia, e per nulla sincronizzata con il resto dei reparti. Una gioia per la Lazio, che ha banchettato tra i metri lasciati dagli azzurri, specialmente nel varco centrale. Sono mancati palesemente gli equilibri e adesso il tecnico francese, vista la sosta in arrivo, non potrà neanche lavorare con il clou della squadra: una bella gatta da pelare. E nemmeno Natan, arrivato per far dimenticare Kim, appare la soluzione a tutti i mali: troppo giovane e inesperto per essere lanciato ad altissimi livelli.

Ossia quelli che richiede pure la Champions League, dove il Napoli esordirà il prossimo 20 settembre in casa del Braga. Un piccolo campanello d'allarme è suonato: starà a Rudi Garcia trovare la medicina migliore. Magari abbassando il baricentro della squadra e lavorando sulla compattezza dei reparti. Per la spavalderia c'è tempo: sperperare immediatamente il grande entusiasmo scaturito dal terzo scudetto della storia del Napoli potrebbe risultare a dir poco deleterio. 

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