Quasi sul gong del calciomercato il Lione ha messo a segno un colpo da 26 milioni pur avendo pochissimo margine di manovra essendo sotto la lente del Fair Play Finanziario: Ernest Nuamah è infatti arrivato in prestito con obbligo di riscatto dal RWD Molenbeek. Tutto nella norma? Sì, o quasi: il club belga è di proprietà della Eagle Football, che possiede tra gli altri Botafogo, Crystal Palace e proprio il Lione. In Francia è scoppiata la polemica perché l'affare Nuamah è stato visto come il tentativo, neanche troppo velato, di dribblare le norme Uefa sulle limitazioni al mercato per chi deve sottostare alle regole del Fair Play Finanziario.
Il caso si infittisce considerando che l'RWDM è un club di modesta storia, negli ultimi decenni ha spesso fatto su e già tra prima e seconda divisione, e l'ultima promozione nella Pro League belga è arrivata proprio alla fine della scorsa stagione. Insomma, se è vero che una nuova proprietà può immettere soldi per acquisti di un certo peso, è difficile credere che un prospetto come Nuamah - classe 2003 da 20 gol e cinque assist in 49 partite col Nordsjaelland nel 2022/23 - e accostato ad altre squadre europee prima del Lione, accetti di andare all'RWDM. Ancora più strano se si considera che sul sito ufficiale del club belga questa acquisizione, che è la più grande della storia del club, non è stata neanche menzionata con una notizia.
John Textor, proprietario del Lione, ha assicurato che il trasferimento non va contro l'articolo 5bis (un calciatore non può trasferirsi consecutivamente due volte nell'arco di sedici settimane, sia all'interno di campionati nazionali che internazionali).