Tutti ne parlano, tutti dicono la loro. In una settimana in cui i campionati di calcio lasciano il passo alle Nazionali, l’argomento più divisivo nello sport è la frattura tra Davide Mazzanti, CT della Nazionale femminile di volley, e Paola Egonu, giocatrice simbolo del movimento che negli ultimi Europei è stata comprimaria e, per questo, rinuncia a partecipare alle imminenti partite di qualificazioni olimpiche. Stando a più informati, poi, minaccia di non partecipare a Parigi 2024 se sulla panchina azzurra ci sarà ancora l’attuale allenatore. Il tema è molto delicato ed è difficile prendere una posizione netta.
Fino a quando un allenatore deve piegarsi senza condizione al talento di una sua giocatrice e fino a che punto la stessa giocatrice può vantare diritti e privilegi all’interno di una squadra? Abbiamo provato a riassumere le posizioni delle due parti, immaginando il pensiero di entrambi, per chiedere a voi il giudizio finale. Chi ha ragione tra Mazzanti ed Egonu? Da che parte state?
LE RAGIONI DI EGONU
Compirò 25 anni a dicembre, sono uno degli opposti più forti del mondo insieme a Vargas, Boskovic, Karakurt.
Ho vinto di tutto e di più: con i club scudetti, coppe Italia, Supercoppe, Champions (2) e Mondiali per Club. Con la Nazionale sono stata 4 volte campione d’Europa e aggiungo un argento e due bronzi mondiali. Non posso più accettare il ruolo di comprimaria in una squadra: penso di essere una titolare naturale.
Mi sono messa a disposizione per l’Europeo, ho approfittato del primo momento di difficoltà di Antropova nella semifinale con la Turchia entrando e facendo bene. Perché non sono partita titolare nella finale per il terzo posto contro l’Olanda?
LE RAGIONI MAZZANTI
Il volley è l’unico sport in cui non vince mai una giocatrice da sola. La squadra comanda, quindi le mie scelte devono privilegiare il gruppo, non l’atleta singola.
Antropova è uno dei talenti più brillanti del volley mondiale. Ha cinque anni in meno di Egonu, è disciplinata, si è integrata perfettamente nel gruppo e durante l’Europeo è stata spesso la nostra migliore realizzatrice e spesso MVP del match.
Per un allenatore è importante la disciplina e l'osservazione delle regole: tutte le giocatrici hanno gli stessi doveri nei confronti, in questo caso, della Nazionale e del suo allenatore. Non sono ammessi privilegi.
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