Due europee e due nordamericane, con Serbia e Germania che intanto strappano il pass olimpico assieme a Stati Uniti e Canada. Sono le quattro semifinaliste del mondiale di basket, con l’Italia che giocherà per i posti di rincalzo buoni per migliorare il suo ranking, sempre utile quando ci sono sorteggi in vista e teste di serie da nominare.
Potevamo far parte delle magnifiche quattro? Difficile dirlo, dopo averle visto all’opera onestamente bisogna ammettere che tutte e quattro hanno qualcosa in più dei nostri, anche se ciò non vuol dire certo che l’obiettivo delle “fab four” fosse impossibile da raggiungere, soprattutto quando si passa alle partite del dentro o fuori.
D’altronde con la Serbia avevamo vinto, quindi… Ma ovviamente il discorso è ben più ampio, rimane quasi l’impressione che il nostro posizionamento nel basket mondiale sia quello, che non è mica da buttare, per carità, parliamo sempre delle prime otto del mondo, ma che ci lascia sempre quel pizzico d’amaro in bocca che non riusciamo a mandar giù già dalle ultime competizioni nelle quali ci siamo fermati ai quarti.
Si può fare di più o l’Italia è quindi questa? Oggi forse sì, la squadra azzurra rimane troppo legata alle sue percentuali del tiro da fuori, e quando queste si abbassano paurosamente rischiamo di perdere anche contro l’Angola, senza offesa ovviamente. Contro gli Stati Uniti i numeri sono stati disastrosi, ma chi conosce il basket, e soprattutto chi lo ha giocato, sa benissimo che i tiri si sbagliano anche perché l’avversario ti sfinisce con la sua difesa, che i tiratori per trovare tiri aperti devono sudare, sfruttare i blocchi, sbracciare, liberarsi dalla morsa avversaria per mettere i piedi verso il canestro e scoccare il tiro. Gli americani ci hanno fatto mancare il respiro e i tiri di conseguenza non sono entrati, il resto lo ha fatto il talento pazzesco degli uomini di Kerr e Spoelstra, che se si mettono in testa di vincere, difficilmente…perdono.
Ma gli Usa sono ormai il passato, crediamo che alla squadra azzurra gli applausi vadano fatti comunque: Fontecchio ha confermato di essere giocatore da NBA e che Melli ci potrebbe giocare tranquillamente. Poi la crescita a livello internazionale di gente come Paiola e Ricci, le bella sorpresa Severini e l’addio a basket da grande campione qual è Gigi Datome, in un mondiale dove purtroppo Polonara ha deluso ma anche dove Stefano Tonut ha messo una bella pulce dell’orecchio al suo allenatore nel club. Facciamo sì che i 40’ contro gli Usa non cancellino tutto questo, certo non è facile ripartire e certo conquistare il pass olimpico attraverso i prossimi tornei, dove ci saranno la Spagna, la Slovenia, la Lituania e tantissimi altri ostacoli da superare, sarà impresa molto difficile.
Purtroppo un centro di 210 cm non si compra al supermercato, bisogna continuare a lavorare alla base, ma questo è un discorso vecchio come la stessa pallacanestro.
Per ora non dimentichiamo che l’Italia è comunque una delle otto potenze mondiali, cerchiamo di non sprecare subito questo tesoretto.
Perché andare alle Olimpiadi sarà fondamentale peraltro per la crescita di tutto il nostro movimento.
L'OPINIONE
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Mondiali basket: applausi per l'Italia, ma ora le Olimpiadi
Il nostro posizionamento è questo e per Pozzecco è difficile da trovare un centro competitivo
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