Spalletti mischia le carte e il tridente: pressing alto e 4-3-3 le uniche certezze
Il nuovo corso del ct sta prendendo forma a Coverciano con esercitazioni mirate per non lasciare nulla al caso
Nel laboratorio di Coverciano la Nazionale sta lavorando in modo maniacale sulla tattica. Il tempo è poco, pochissimo. Il peggio che possa capitare a un commissario tecnico appena arrivato che voglia dare un'impronta precisa fin da subito alla sua squadra. Spalletti non è un gestore e non lo sarà mai ma Macedonia del Nord e Ucraina sono dietro l'angolo. Ecco spiegata la full immersion azzurra nei movimenti offensivi, difensivi e nelle transizioni.
Il calcio di Spalletti è complesso ma non meccanico, è fatto di funzioni e non di ruoli (secondo i dettami del calcio attuale) e prevede giocatori capaci di leggere gli spazi da liberare e da occupare. Ci sono principi inderogabili ma poche codifiche. Una via di mezzo tra il gioco di posizione e quello funzionale. Un calcio tutto suo che richiede un grande lavoro sul campo. Ecco perché l'allenatore campione d'Italia continua a insistere su esercitazioni che coinvolgano il numero maggiore di giocatori. Il modo migliore per far apprendere a tutti le sue idee ma il peggiore per chi voglia indovinare la formazione di sabato per l'appuntamento con la Macedonia del Nord che, insieme a quello con l'Ucraina, saranno già decisivi per le qualificazioni a Euro 2024.
Le certezze sono il sistema di gioco di partenza, il 4-3-3, e il pressing uomo su uomo sulla prima costruzione avversaria. Come avveniva a Napoli, uno degli interni si alza in coppia con il centravanti per aggredire i difensori centrali. Gli esterni alti chiudono le fasce, il regista e l'altra mezzala vanno in pressione sui centrocampisti e i difensori, quando è il caso, spezzano la linea per tentare l'anticipo sulle punte avversarie. Domenichini, uno degli assistenti di Spalletti, comunque, sta lavorando sui movimenti della difesa a 4, visto che quasi tutti gli azzurri sono abituati a giocare a 3.
Ipotizzare la formazione anti-Macedonia non è semplice ma ci sono degli indizi. Contro una difesa chiusa è più facile immaginare Raspadori, attaccante abituato a muoversi per cercare il raccordo con i centrocampisti più che a muoversi in verticale, favorito su Immobile. Così come sulle fasce si può pensare a Politano a destra con Chiesa a sinistra, con lo juventino che, in alternativa, potrebbe cambiare fascia con Zaccagni che andrebbe a occupare il settore mancino dell'attacco. Probabile centrocampo con Barella, Locatelli e Tonali, mentre in difesa, sicuri Di Lorenzo (che avrà il solito compito di accentrarsi o allargarsi a seconda dei movimenti dell'esterno alto) e Di Marco. In mezzo è facile ipotizzare la coppia Scalvini-Bastoni con Donnarumma in porta. Ma dal laboratorio spallettiano possono sempre uscire sorprese.