TRAILRUNNING

Un passo in più: sui ghiacciai a tempo di rap con DJ Guendalina

La scrittrice e ultrarunner milanese Guendalina Sibona racconta la sua avventura nel format "alpinistico"dell’evento Tor des Géants

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© G. Sibona/M. Beretta

C’è il TOR vissuto e poi c’è il TOR raccontato: un viaggio non da poco che - nei due sensi - si può provare ad intraprendere. A vantaggio di chi ci sta provando, di chi sogna di farlo, di chi invece “manco per sogno” ma… perché invece non tra le pagine di un libro? Noi oggi scegliamo di volare per una volta basso. Viaggiare digitalmente e letterariamente provando - mica facile! - a seguire i passi di Guendalina Sibona, nei giorni grandi (anzi giganti) dell’evento Tor des Géants numero tredici. “Un passo in più” (Solferino Libri) è ad un tempo stesso titolo e missione. Titolo del libro che la ultrarunner e scrittrice milanese con il cuore ben trapiantato nelle montagne ha dedicato alla sua missione TOR des Glaciers 2022, versione ancora più alta ed estrema del classico “Géants” che Guendalina ha completato per ben due volte sul terreno e poi rivissuto con un terzo loop letterario: quello di “Un giorno ancora”.

© S. Gatti

La settimana di gare sulle Alte Vie valdostane di fine estate con campo base a Courmayeur “risponde” a stretto giro di sentieri, paesaggi e passione a quella dirimpettaia (nel senso del Monte Bianco) di Chamonix. Con un evento dalle caratteristiche molto diverse rispetto a UTMB, ma tale da ammantare ancora le montagne più alte delle Alpi di un’altra settimana di fuoco e più sostanzialmente di roccia e ghiaccio.

© G. Sibona/M. Beretta

Lanciato nel cuore dell’estate con una doppia presentazione milanese e valdostana (rappresentativa del contesto metropolitan-alpino nel quale l’autrice pensa, agisce e poi scrive), “Un passo in più” è tutt’altro che una novità per Sportmediaset, visto che già lo scorso autunno (all’epoca “fresca” del suo debutto al “Glaciers”), Guendalina aveva acconsentito a fornirci in anteprima e in esclusiva un’ampia testimonianza del suo viaggio e di quello – fondamentale – dei suoi compagni d’avventura. Ci era piaciuta la sua disponibilità a scoprire le carte in largo anticipo sull’uscita del volume. Il nostro dubbio iniziale circa il rischio di “spoilerare” il racconto da dare alle stampe è svanito alla prima lettura: troppo avvincente e appassionante per non metterlo subito online. Tanto che ora - a libro ormai da settimane sugli scaffali delle librerie e (ne siamo certi) nelle biblioteche di tanti appassionati dello sport in natura - andiamo orgogliosi della possibilità che ci siamo presi e di quella che abbiamo dato a Guendalina di “scaldare” le dita e la tastiera in vista delle lunghe sere invernali (immaginiamo) e magari notti dedicate alla stesura dei capitoli.

© G. Sibona/M. Beretta

Lavoro pensiamo anche interrotto da messaggi, chiamate e quant’altro agli amici che l’avevano preceduta, seguita e accompagnata lungo la traccia del percorso. Sì perché - evoluzione della modalità più individuale ed a tratti intimistica di “Un giorno ancora” - “Un passo in più”… lo è davvero. Un passo oltre, anzi tanti: quelli degli affetti più cari e degli amici - in rigoroso ordine di apparizione: Mela, Marco, Alessandro, Ivano, Nino, Teresa e Cobra - che sono tessuto della storia, carne viva tra le pagine, si raccontano, offrono punti di vista, motivazioni e una prospettiva ancora più ricca e diversificata.

© G. Sibona/M. Beretta

Ci è sembrato questo - in fondo - il tratto distintivo del volume: un’avventura che si affronta sempre da soli ma che si porta a termine solo grazie alla compagnia, agli incontri, alla complicità. Con una determinazione cieca e una leggerezza necessaria, fatta anche di sotterfugi e “inganni” nei confronti della fatica immensa. Come l’escamotage di “Radio Glaciers” e dei versi di “rap alpino” che aiutano a mettere un passo dopo l’altro. Modalità nella quale Guendalina (facendosi prendere la mano) è simpaticamente e chissà quanto involontariamente incappata anche a mesi di distanza e fuori dalle rime in corsivo: “Se il falò fosse ancora acceso, lo vedrei già dal sentiero”.

© S. Gatti

Riponendo i due libri dedicati da Guendalina al TOR, due illuminazioni ci hanno fatto riflettere. Da un lato la prossimità sullo scaffale con un saggio di Claudio Magris - “Utopia e disincanto” - che richiama “dall’alto” l’approccio di Guendalina e il suo viaggio (però dal Disincanto all’Utopia, in questo caso realizzata). Dall’altro - con sguardo molto più terra terra - la constatazione che lo spessore di “Un passo in più” è praticamente doppio rispetto a quello di “Un giorno ancora”. Noi ci abbiamo visto la cifra anche fisica di un’esperienza che lievita, di un obiettivo che sale di livello.  

© G. Sibona/M. Beretta

Prendetevi il tempo necessario: leggete casomai un capitolo alla volta, un giorno alla volta.Terminato il viaggio tra le pagine, per i più intraprendenti sarà magari tempo di pensare (e forse anche di passare) all’azione. Per tutti gli altri, di provare a declinare secondo le proprie inclinazioni (magari mille miglia lontane dal trailrunning) la distanza tra… il buio e la luce, tra il proprio personale disincanto e l’utopia che spinge gli esseri senzienti a superarsi. A provarci, almeno: è più che sufficiente. Guendalina suggerisce una modalità, la sua, ma il panorama che si apre all’alba dell’ultima pagina va ben oltre i profili sfumati delle montagne e merita di essere scrutato in ogni direzione. Prendendosi appunto tutto il tempo che serve. Che poi noi abbiamo divorato il viaggio-Tor di Guendalina in un solo pomeriggio, beh questa è tutta un’altra faccenda!

© G. Sibona/M. Beretta
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