Fenomeno in campo, un po’ meno dietro una scrivania. Non sono giorni facili per Ronaldo Luis Nazario de Lima, proprietario del Valladolid, squadra di seconda divisione spagnola. Reduce dalla seconda retrocessione in tre anni, inframmezzata dal ritorno nella Liga poco più di un anno fa, il club del Fenomeno si trova in grave difficoltà in questo nuovo inizio di stagione. E la tifoseria è decisamente infuriata.
La classifica della Seconda Divisione spagnola recita: Real Saragozza primo a punteggio pieno (15), Espanyol secondo a due lunghezze, terzo posto per Leganès e Tenerife. Tutte grandi decadute a parte il Leganès. Ma c’è una posizione che richiama l’attenzione, molte caselle più sotto: è il diciassettesimo posto occupato dal Valladolid, con appena 5 punti e con il serio rischio di restare invischiato nella lotta per non retrocedere. Colpisce, quella classifica così anemica (1 vittoria, 2 pareggi e 2 sconfitte nelle prime 5 giornate) non tanto perché il Valladolid la scorsa stagione era nella massima serie, quanto perché il proprietario dei biancoviola da cinque anni è proprio lui, Ronaldo il Fenomeno.
Facciamo un passo indietro per ricordare i fatti. Il 3 settembre del 2018, Ronaldo ha acquistato il 51% delle quote societarie dal vecchio presidente e azionista di maggioranza, Carlos Sanchez, regalando un sogno alla tifoseria di questa squadra, abituata a salire e scendere tra la prima e la seconda divisione. Il cammino non è stato entusiasmante: 16° posto il primo anno, 13° il secondo, retrocessione il terzo, promozione in Liga il quarto e nuova retrocessione in quinto. Nel frattempo, però, Ronaldo ha comprato (nel 2021) il Cruzeiro, club dove ha esordito da professionista, per 62 milioni di euro. Ha riportato in serie A la squadra di Belo Horizonte e si è concentrato, parecchio sulla sua nuova avventura.
All’inizio di questa stagione, Ronaldo ha portato a Valladolid l’allenatore uruguayano Paulo Pezzolano, reduce proprio da un’esperienza al Cruzeiro. Ma prima dell’inizio della stagione è stato cacciato in malo modo il direttore sportivo Fran Sanchez, figura molto apprezzata dalla stampa e dalla tifoseria per il suo carisma. Motivo? Non riteneva adeguato il lavoro svolto sul mercato. Sfogliando le rose della Seconda Divisione, colpisce molto il numero di giocatori del Valladolid, che è inferiore a quello di qualunque altra squadra della stessa categoria. Il perché è presto spiegato: in estate sono stati ricavati 38 milioni di euro dalla vendita di giocatori, mentre ne sono stati investiti appena 4,5 milioni.
Dopo un inizio zoppicante di campionato (unica vittoria alla prima giornata contro lo Sporting Gijon poi tre sconfitte e zero gol segnati) si è arrivati alla tragicommedia dell’ultima domenica per la partita interna contro l’Elche. Tutto è cominciato nel prepartita allo stadio Zorrilla, con un gruppo di almeno trecento tifosi che hanno iniziato a insultare Ronaldo e hanno esibito uno striscione che diceva: “Cinque anni di bugie”. In campo, non si è visto un grande miglioramento della squadra, che in vantaggio al 35’ con Gustavo Henrique si è fatta raggiungere all’inizio del secondo tempo da un gol di Sergio Leòn. Pezzolano non è più riuscito a dare una svolta, nonostante l’Elche in dieci per l’espulsione di Mario Gaspar sempre all’inizio della ripresa. A fine gara, bordate di fischi contro i giocatori che si sono avvicinati alla curva per salutare i tifosi.
Pezzolano ha dovuto sdoppiarsi. Prima ha spiegato alla stampa che “la squadra ha dimostrato carattere e può solo migliorare”, poi è stato costretto a incontrare il gruppo più esagitato dei tifosi per promettere un riscatto: “Avete le vostre buone ragioni per essere arrabbiati, io posso promettere che miglioreremo, questa squadra ha le qualità per riuscirci”. Non è certo bastato questo discorso per calmare la gente. Il quarantenne Pezzolano non è certo il vero obiettivo della rabbia che si respira a Valladolid. La gente ce l’ha con Ronaldo e con le sue promesse mai mantenuta. Martedì 26 allo Zarrilla arriva il Cartagena terzultimo in classifica. Se il Valladolid dovesse perdere, le spiegazioni di un giovane allenatore venuto da lontano non basteranno più.