A due anni dall'esclusione dal calcio professionistico, il Chievo e il suo ex patron Luca Campedelli portano la Figc (e il suo presidente Gabriele Gravina) e la Clivense, squadra nata dalle ceneri dei gialloblù, in tribunale richiedendo danni per 140 milioni di euro. Cpme riporta Il Gazzettino da un lato Campedelli contesta una "illecita esclusione dal campionato di Serie B" e dall'altro "la violazione dei diritti di proprietà industriale relativa ai marchi sportivi".
La vicenda dell'esclusione dalla Serie B del Chievo risale all'estate 2021 quando il club si era visto rifiutare dalla Covisoc una nuova dilazione (con la prima la società gialloblù era riusciti ad abbattere la metà del debito di circa 37 milioni complessivi, ma nel 2020 aveva interrotto i versamenti) relativamente al mancato assolvimento degli obblighi fiscali sulla liquidazione dell'Iva (primo e secondo trimestre 2019, tutti i trimestri 2018 e 2017) e dei periodi di imposta 2016, 2015, 2014. Ogni ricorso era stato bocciato sia davanti alla giustizia sportiva che quella amministrativa, estromettendo il Chievo da ogni divisione professionistica italiana: di fatto era arrivato il fallimento con lo svincolo dei giocatori a parametro zero per una perdita stimata, da Campedelli, sui 140 milioni. Questo filone, che coinvolge Figc e Gravina, dovrebbe finire al Tar del Lazio.
Dalle ceneri di quella società era poi nata la Clivense grazie a Sergio Pellissier, ex bomber proprio del Chievo. Campedelli, patron della Paluani, chiede che questo nuovo club non usi le denominazioni Chievo Verona 2021, Chievo 2021, Chievo, I Clivense e Clivenze, del simbolo e di qualsiasi altro strumento impiegato per commercializzarne l'attività. Questo filone è materia per tribunale delle imprese e proseguirà a Venezia.