Esaurita nel weekend di Ferragosto con la Sierre-Zinal la parte della regular season dedicata alle grandi classiche di Alpi e Pirenei, le Golden Trail Series by Salomon imboccano nel terzo e nel quarto fine settimana di settembre quella culminante e decisiva in vista della Gran Finale nello scenario forse un po’ atipico ma altamente suggestivo di Golfo dell’Isola Trail Race, in Liguria. Si corre intanto sulle Rocky Mountains di Colorado e California: nell’ordine Pike’s Peak Ascent a Manitou Springs e Mammoth 26K nell’omonima località. “The California Crown” è il nickname assegnato al secondo appuntamento, “The Impossibile Record” è invece la missione della prima prova: resiste infatti da trent’anni il primato di Matt Carpenter che - nel 1993 appunto - completò l’ascesa al Pike’s Peak (21 chilometri, 2382 metri D+) in due ore, un minuto e sei secondi. Tra i candidati più autorevoli c’è sicuramente Rémi Bonnet, campione in carrica di Golden Trail Worls Series che occupa attualmente la sesta posizione del ranking, al cui comando si trova lo spagnolo Manuel Merillas, mentre la statunitense Sophia Laukli guida la classifica generale donne. Vincitore proprio a Manitou Springs dodici mesi fa, il top runner elvetico non era ancora nato all’epoca del record di Carpenter e punta dritto proprio in quella direzione per mettersi alle spalle la delusione dell’abbandono nella cinquantesima edizione della Sierre-Zinal (la sua gara di casa) e rilanciarsi in vista del rush finale per il titolo 2023 nella superfinale italiana. Alla vigilia del doppio appuntamento USA il nostro collega Mickael Mussard (Media Manager di Golden Trail Series) ha intervistato Rémi in esclusiva per Sportmediaset.
SM: Innanzitutto, Rémi, puoi dirci cosa è successo alla Sierre-Zinal? Come hai affrontato la tua gara di casa (tra quelle del calendario GTWS) e perché hai abbandonato?
RB: Credo di essere stato nella migliore forma della mia vita prima della Sierre-Zinal… Ero molto ben preparato, era l'obiettivo della mia stagione. Purtroppo, un paio di giorni prima della gara ho iniziato a sentire tutta la mia energia scivolare via. Non mi sentivo a posto: un po' svuotato, malato. All'inizio pensavo fosse la pressione della gara, ma ho scoperto che avevo contratto un virus che sono poi riuscito a debellare solo cinque giorni dopo la gara stessa. Questa volta è stato un colpo di sfortuna, ma succede. Anche questo è parte integrante dello sport ed è ciò che rende gli sport di alto livello così difficili: anche se sei ben preparato, non puoi mai essere sicuro che passerai all’incasso.
SM: Parliamo della Pike’s Peak Ascent. Punti... ufficialmente al record? Sappiamo che sei pronto, perché hai appena battuto il tuo record sulla "Incline", una salita verticale su gradini di seicento metri, molto vicina al tracciato di gara di Pike’s Peak.
RB: La mia performance sulla Incline è una buona indicazione del mio stato di forma. Ho anche installato una camera ipossica a casa mia: mi consente di simulare altitudini elevate per allenarmi e dormire. Mi sono allenato in questa modalità per una ventina di giorni e il mio fisico ha reagito bene. Poi mi sono trasferito negli USA per completare la preparazione. So che nella Pike's Peak posso salire più velocemente dell'anno scorso e questo è il mio obiettivo principale: vincere la gara con un tempo migliore. Il mio allenamento in altitudine è di qualità superiore quest'anno. Se il mio ritmo iniziale sarà in linea con il record ovviamente cercherò di batterlo, ma non è il mio obiettivo principale. Vedremo come andrà a finire.
SM: Ci parli un po' del record detenuto da trent’anni da Matt Carpenter? Quali pensi siano le tue possibilità di batterlo?
RB: Qualcuno dice che si tratti di un primato inattaccabile. Io penso che se qualcuno lo ha fatto, allora posso farlo anch'io! Detto questo, non sarà facile. Dipende anche dalle condizioni meteorologiche: potrebbero esserci precipitazioni nevose, che ci rallenterebbero. Penso che la quota sia il fattore-chiave, perché se guardi il tempo di Matt e lo confronti con le quote europee, beh non è così impressionante: è persino più lento dei tempi europei più veloci. Penso che Matt sia stato di gran lunga il migliore in quota. Stiamo a vedere, perché mi sono allenato appositamente per questo. Penso che manterrò lo stesso ritmo dell'anno scorso fino a Barr Camp (a metà salita), poi spero che l'allenamento in quota mi permetta di mantenere quel ritmo anche nella parte superiore e fino alla vetta. Se ci riesco, allora il tempo dovrebbe essere buono! Però ci tengo a ribadirlo: il mio obiettivo principale è vincere la gara e battere il mio tempo dell'anno scorso, ma ovviamente se ci sarà la possibilità di attaccare il record assoluto, non lascerò nulla di intentato!
SM: Chi sono gli avversari più pericolosi per questa gara?
RB: Entrambi i keniani, Patrick Kipngeno e Philemon Ombogo Kiriago, sono ovviamente tra i migliori corridori in salita del mondo. Come sempre, partiranno veloci: vedrò se provare a stare con loro o meno a seconda del ritmo che imporranno ad inizio gara. Non so come reagiranno all'alta quota, so solo che io sono preparato per questo tipo di situazione, quindi penso che dovrei accelerare nella seconda metà della gara. Anche in questo caso, non si sa mai con Joe Gray… Non lo abbiamo visto per tutta la stagione, ma so che è molto ben preparato anche per l'alta quota.
MM: Dando adesso uno sguardo all’indietro alla tua stagione, forse sei stato un po' meno costante rispetto alla fine di quella scorsa, quando sembravi intoccabile.
RB: Non credo di essere peggiorato rispetto all'anno scorso, anzi! A Zegama ero esattamente nella forma in cui volevo essere ad inizio stagione. Il mio problema è che la gara non si adatta al mio profilo: è molto tecnica e le condizioni erano… diaboliche per me quest'anno. Come ho detto, a Zinal ho preso questo virus che ha rovinato tutto, ma ho vinto la Marathon du Mont-Blanc a Chamonix, dimostrando di essere in gran forma quest'anno. Ora devo dimostrarlo in queste due gare americane.
SM: Quali sono i tuoi obiettivi per la fine delle Golden Trail Series? Saresti deluso se non vincessi?
Cercherò di vincere le due gare americane per essere nella miglior posizione possibile del ranking e poi dare tutto nella Gran Finale del Golfo dell’Isola in Italia. L'obiettivo è vincere la GTWS anche quest'anno, ma se qualcuno è più forte di me sarò più che felice per lui e per nulla deluso. Se invece sarò al mio miglior livello cercherò ovviamente la vittoria.