"È indispensabile capire cos'è successo a Singapore ma Suzuka sarà tutta un'altra storia e credo che là saremo di nuovo molto veloci". Max Verstappen volta pagina ma non dimentica e - ra le righe - è implacabile con il suo stesso team per un fine settimana - quello di Marina Bay - vissuto sotto tono pronti.via fin dal primo turno di prove libere. Sì perché un perfezionista come l'olandese vuole vederci chiaro sulla peggior performance dei Tori da molto tempo a questa parte. Qualcosa di inspiegabile su un circuito che - è pur vero - a lui non ha mai sorriso particolarmente (nessuna vittoria in sei tentativi) ma che nello "storico" di RB annovera la tripletta remota di Sebastian Vettel (2011-2013) ma anche il successo di Sergio Perez dodici mesi fa. Forse per sfortuna, forse perché non molto abituati a tentare il tutto per tutto, neppure l'azzardo RB della mescola hard al via ha pagato. Al contrario di Mercedes che - montando una mescola media nuova nel finale - se l'è giocata fino in fondo con Ferrari e McLaren.
Un anno fa a Singapore SuperMax aveva fatto addirittura peggio: sesto al traguardo in un GP al quale era arrivato sulle ali di cinque vittorie consecutive e che avrebbe fatto seguire dalla tripletta vincente Giappone-USA-Messico. Andrà così anche quest'anno? Max è destinato a riprendere subito i suoi "winning ways" recenti! Il calcolo delle probabilità (che dopo quindici vittorie RB di fila... in qualche modo prevedeva l'intoppo) dice questo.
D'altra parte, a Suzuka Verstappen può nel vero senso della parola vantare uno score di primo livello: nono con Toro Rosso nella sua stagione d'esordio, due secondi e un terzo posto con Red Bull tra il 2016 e il 2018, un solo ritiro (nel 2019) e la vittoria un anno fa, al ritorno della Formula Uno a Suzuka dopo due cancellazioni a causa dell'emergenza sanitaria.
Gli avversari sono avvertiti: Verstappen punta senza mezzi termini a confermare nei fatti quella che per molti è stata una sensazione: che il GP di Singapore sia stato un semplice episodio (splendido, da punto di vista ferrarista) ma soprattutto una sorta di eccezione che conferma la regola. Alla maniera di Monza 1988, "GP horribilis" della dominante McLaren-Honda di Senna e Prost.', solo per fare uno degli esempi più clamorosi sul tema. Corsi e ricorsi del Mondiale: anche allora ad approfittare della battuta d'arresto dei padroni incontrastati di quegli anni fu la Ferrari. Un precedente significativo, anche se - a pensarci bene - all'epoca piuttosto isolato e quindi non particolarmente beneaugurante.