Il futuro societario dell'Inter è tornato in queste ultime 48 ore prepotentemente di attualità. L'indiscrezione rilanciata da Tuttosport a firma Stefano Pasquino ha riportato in primo piano il fondo del Barhain Investcorp che già nei mesi scorsi era stato accostato al club nerazzurro. Interesse mai ufficializzato ma nel contempo mai smentito, accompagnato piuttosto da dei "no comment" di circostanza. Ora, secondo il quotidiano torinese, dietro l'offerta recapitata a Suning dalla banca d’affari Raine Group nella seconda parte del mese di agosto, ci sarebbe appunto questo fondo che appartiene al Bahrein ma raccoglie molti capitali dalla vicina Arabia Saudita.
Una offerta, per il presidente Steven Zhang, che si aggirerebbe intorno al miliardo e 300 milioni di euro (l'Inter sarebbe dunque valutata più del Milan quando è stato acquista da Red Bird): valutazione decisamente alta, determinata anche dai risultati sportivi raggiunti negli ultimi mesi e dall'eco degli stessi. Sui tempi non vi sono certezze. Anzi, innanzitutto non c'è certezza su cosa intenda fare Suning, su quale sia la posizione di Steven Zhang: se pare infatti tramontata l'ipotesi di ingresso di un nuovo socio di minoranza, è ancora pressante la volontà del presidente nerazzurro di rifinanziare il prestito di Oaktree in scadenza a maggio 2024, un debito con il fondo nord-americano che alla scadenza salirà intorno ai 400 milioni. Operazione molto complessa. L'attuale proprietà nerazzurra potrebbe cercare di prendere tempo sino alla prossima primavera, quando con la certezza della partecipazione al Mondiale per club, l'eventuale avanzamento del dossier stadio e il miglioramento dell'andamento finanziario internazionale potrebbero esserci condizioni più favorevoli tanto per trattare un rilancio quanto per definire una cessione. Di certo c'è oggi che quella che ha in mano Raine Group è un'offerta concreta.