"Mister, si aspettava un inizio così? No". Ecco Zdenek Zeman in tutta la sua sincerità. All'età di 76 anni il boemo sta vivendo una seconda giovinezza in quel di Pescara. Lì, in Abruzzo, dove la sua filosofia giochista attecchisce come in poche altre parti. Galeone docet. Gli abruzzesi, rimasti 'incastrati' per la terza stagione in Serie C, hanno iniziato alla grande il campionato: 4 vittorie, un pareggio e un match da recuperare (il derby col Pineto) che proiettano gli adriatici al secondo posto in classifica dietro solo alla 'inimitabile' Torres.
Quasi un miracolo quello di Zeman, che si è ritrovato un gruppo squadra dall'età inferiore ai 23 anni con zero esperienza. Proprio quella che servirebbe per assicurarsi le primissime posizioni nell'ostica terza serie italiana. Ma il 4-3-3 zemaniano è un must: giocate codificate, verticalizzazioni improvvise e solita voglia di fare la partita. E pace se la difesa ha qualche amnesia: l'importante è fare un gol in più degli avversari. Proprio quello che è avvenuto lunedì scorso col Gubbio: vittoria in rimonta all'Adriatico per 3-2 nel segno di Squizzato e Moruzzi, due alle prime armi.
Zeman è una religione: crederci o non crederci. Non ci sono vie di mezzo. E il popolo pescarese, nonostante la delusione dei play-off persi la scorsa stagione, e un gruppo davvero giovane ha deciso di seguirlo. Se lunedì sera c'erano oltre 5mila spettatori il merito è soprattutto suo. Insomma l'influsso del tecnico ex di Roma e Lazio tra le altre, si vede dentro e fuori dal campo. Nonostante la non più giovane età ha deciso di proseguire ad allenare "finché non si annoia": troppa la volontà di continuare ad insegnare calcio. Con una costante in tutti gli allenamenti: i celebri gradoni.
Quaranta anni fa, a Licata, sempre in Serie C, aveva iniziato la lunga avventura da allenatore, adesso rieccoci sempre con il medesimo ottimismo o quasi: la filosofia pure, è rimasta la stessa. Il calcio cambia, lui no: i concetti in campo sono ancora quelli con qualche modifica. Immobile, Verratti e Insigne, lanciati in riva all'Adriatico nel 2012 ringraziano. E c'è pure qualcuno, nella rosa attuale, che promette bene. Qualche nome? Federico Accornero, 19enne esterno sinistro cresciuto nel Genoa, Brando Moruzzi, terzino classe 2004 formatosi nelle giovanili della Juve e Niccolò Squizzato, 21enne centrocampista ex Inter che lui ha deciso di mettere in regia. Senza dimenticare Matteo Dagasso e Antonino De Marco, altri due 19enni che ha voluto in rosa conscio delle loro qualità. Insomma quasi tutti alla prima esperienza da protagonisti in una piazza importante e costati davvero poco. La sensazione è che siamo all'alba di una nuova era con un 76enne in panchina. Il bello del calcio.