La giornata più lunga di Paul Pogba si svolgerà per gran parte a Roma, nel laboratorio del contro olimpico dell'Acqua Acetosa dove saranno effettuate le controanalisi sul campione B (sin qui sigillato) di urina risultato "non negativo" al doping dopo il controllo in Udinese-Juventus dello scorso 20 agosto. Nel primo campione erano state trovate tracce di metaboliti del testosterone di origine non endogena, sostanza dopante, cosa che aveva portato Pogba alla sospensione da parte della Juve: il francese rischia da uno a quattro anni di squalifica.
Se nel campione B dovessero trovare altre tracce dopanti, Pogba passerebbe da "non negativo" a "positivo" e inizierebbe il processo sportivo per decidere la squalifica. Se fosse dimostrata l'ìntenzionalità del gesto, c'è il rischio di quattro anni di squalifica. Se, ed è questa la tesi difensiva del giocatore, verrà provata la non intenzionalità il massimo dello stop è di due anni che, grazie ad alcune attenuanti, potrebbe ridursi fino al 50%, quindi un anno.
Anche la Juventus è in attesa dei risultati delle controanalisi, che dovrebbero arrivare entro 72 ore ma non è impossibile un anticipo a venerdì sera. In caso di positività, potrebbe procedere alla risoluzione del contratto per giusta causa (Pogba è legato ai bianconeri da un contratto fino al 2026 da circa 10 milioni di euro complessivi tra parte fissa e bonus). A quel punto a gennaio Giuntoli andrebbe sul mercato per trovare un sostituto a centrocampo: il primo nome sulla lista è quello di Pierre-Emile Hojbjerg, danese che il Tottenham valuta 30 milioni di euro.