Una trasferta decisamente movimentata per il Legia Varsavia che ha affrontato l'Az Alkmaar nel girone di Conference League. I polacchi sono usciti sconfitti per 1-0 dall'AFAS Stadion, complice una rete al 52' di Evangelos Pavlidis, ma il risultato, in questo caso, è probabilmente la cosa che conta meno. La squadra della capitale ha fatto rientro in Polonia senza due suoi componenti, arrestati dalla polizia olandese poco prima di ripartire.
Secondo quanto riportato dal sito "Gol24" e dall'emittente televisiva "TVP", il pullman del club presieduto da Dariusz Mioduski sarebbe stato fermato da alcuni agenti che avrebbero fatto scendere il capitano Josué e il difensore Radovan Pankov, condotti in commissariato in stato di fermo. I due sarebbero stati coinvolti in una serie di scontri fra la sicurezza e la polizia olandese. Scontri che avrebbero comportato anche la chiusura dello stadio, presumibilmente nel tentativo di contenere i tanti tifosi del Legia Varsavia.
Il portoghese e il serbo sarebbero avrebbero trascorso la notte nella stazione di polizia, mentre i compagni facevano rientro in patria insieme al presidente Mioduski, anche lui coinvolto nella discussione. Il Legia Varsavia ha risposto all'agenzia polacca "PAP" attraverso il suo portavoce Bartosz Zasławski che ha riportato l'accaduto: "Siamo all'aeroporto, in fase di check-in. Josué e Pankov non sono con noi. Da quello che sappiamo, sono in questura e con loro c'è l'avvocato del club. Credo che la polizia serva a proteggere, difendere, non attaccare. Non ci sono parole per descrivere quello che è successo. Ci sentiamo come se fossimo stati attaccati”.
La situazione ha scatenato l'attenzione anche del premier polacco Mateusz Morawiecki che ha chiesto "un’azione diplomatica urgente" per risolvere la “situazione molto preoccupante di Alkmaar".