A CONFRONTO CON LA STORIA

Verstappen campione tris: Max aggancia Senna, Piquet, Lauda, Stewart e Brabham

Con la conquista del terzo titolo, l'olandese fa pari con Magic ma anche con Brabham, Stewart, Lauda e Piquet

di

Verstappen nella Top 11 dei plurititolati

Michael Schumacher (7 titoli)

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Verstappen come Senna: punto e basta o punto di domanda? Per ora... due punti: di sospensione o piuttosto divenire. Quella che per i nostalgici delle imprese "sovrannaturali" di Magic è quasi un'eresia, per il resto del mondo è semplicemente un dato di fatto da applaudire e celebrare, del quale comunque prendere atto con riconoscenza o meglio riconoscimento: del merito. E per lui invece, cosa rappresenta questo titolo per il fresco ventiseienne from Hasselt e ancor più fresco tricampione del mondo? Cosa lo avvicina a Senna e - in ordine di apparizione - a Jack Brabham, Jackie Stewart, Niki Lauda e Nelson Piquet? Ma soprattutto - perché è su questo che vogliamo mettere l'accento, cosa lo divide e cosa casomai lo distingue dall'indimenticabile brasiliano?

© Getty Images

Sollecitato più volte sul tema (ogni volta che ha ritoccato un nuovo record della Formula Uno), Max ha puntualmente volte risposto di non essere interessato ai primati stessi.  Apparentemente. A nostro giudizio (no, semplicemente avviso) SuperMax ai primati, alla storia e soprattutto al suo posto nella storia delle corse tiene moltissimo. Eccome se ci tiene! Solo che, dall'alto della sua intelligenza, sa benissimo che stare sullo stesso piano di Ayrton (come minimo per un anno intero) non è facile, tantomeno sarà comodo.

Che gli piaccia o meno, il confronto con il brasiliano è pesantissimo. Perché il carisma del quale Senna era provvisto sgorgava direttamente dal suo stesso essere, dalla sua presenza scenica e non solo. I risultati in pista ne erano conseguenza e corollario, non esito e fine: fin dalle sue prime apparizioni sulla scena iridata. Per Max è diverso. Pur figlio d'arte, Verstappen ha dovuto guadagnarsi sull'asfalto ogni singola coccarda, fin dalle prime coppe (alte quanto il piccolo Max) vinte nei kart, alla presenza oppressiva di un padre padrone, determinato a farne il numero uno. Per questo sono vittorie e basta, senza alone di mito e magia. Se non per sette milioni di olandesi. Max appartiene a loro, Senna apparteneva al mondo intero, non a duecentoventi milioni di brasiliani o giù di lì. Patrimonio dell'Umanità, alla quale ancora appartiene.

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Max ha già ora la necessità di liberarsi della scomoda presenza, del fantasma di Senna, vincendo il quarto titolo e poi il quinto. Gli tocca far pari con Alain Prost e con Sebastian Vettel che per inciso già dieci anni fa è riuscito nell’impresa di vincere prima tre e poi quattro titoli consecutivi con Red Bull... Predecessori comunque meno scomodi di Senna, in sede di confronto diretto. Poi casomai toccherà alla "manita" iridata di Juan Manuel Fangio.

Nella sua testa però (e di questo siamo certi con buona dose di approssimazione) ci sono i sette titoli di Hamilton e di Schumacher. A lui in qualche modo più... vicini. Perché Hamilton è stato e potrebbe ancora essere suo rivale (magari alzando ulteriormente l'asticella con un nuovo titolo) e perché Schumi è stato sua ispirazione diretta e presenza tangibile, negli anni in cui suo padre Jos era suo compagno di squadra alla Benetton.

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Nell'attesa... operosa e necessariamente vincente (smettere non è ammesso), Max può distrarsi dal peso dell'eredità Senna... volgendo lo sguardo al suo fianco e magari scherzandoci su con la fidanzata Kelly che - a proposito di legami familiari - è figlia di Nelson Piquet, tricampeao negli anni ottanta. Ecco, un'altra parentela iridata brasiliana ma... decisamente più abbordabile e serena!

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