Anche Massimo Mauro presente a 'Dialoghi sul talento con Pep Guardiola' nel nome della sua Fondazione con Gianluca Vialli che ha collaborato con Fondazione Guardiola e Collisioni per l'evento a Cuneo realizzato dalla Fondazione CRC. L'ex calciatore di Juventus e Napoli ha ricordato così Vialli: "Aveva una leadership naturale e la cosa bellissima è che sapeva esercitarla, era un piacere stare accanto a lui perché ti sentivi al sicuro".
Mauro ha rivolto un consiglio molto profondo e importante ai giovani: "Mi piacerebbe che capissero che non c'è correlazione diretta tra impegno e risultato, la cosa più bella è dare il massimo. Vialli teneva molto a questo: chi gioca a calcio sogna di diventare un campione, certo, ma siamo in un periodo storico difficile e abbiamo tutti bisogno prima di persone perbene. I ragazzi devono capire che con la violenza non si fa niente".
Poi ricorda l'esempio di Guardiola, seduto al suo fianco: "Ha baciato la medaglia del secondo posto (nel maggio del 2021 dopo la finale di Champions persa contro il Chelsea, ndr), mentre molti sportivi quando perdono pensano solo a trovare alibi: spero che i giovani capiscano questo messaggio forte".
Mauro e i problemi del calcio italiano: "Da 15 anni non abbiamo un cannoniere in Nazionale, se il riferimento è Immobile, che segna in campionato ma non in maglia azzurra, vuol dire che c'è qualche problemino... Oggi il talento non viene fuori perché l'ossessione per il risultato è molto più importante di un dribbling o tiro. Serve il coraggio di dire che nelle giovanili è importante lasciar esprimere i fondamentali dei giocatori".
Infine, un ricordo di Carlo Mazzone: "A 17 anni (era al Catanzaro, ndr) mi aveva portato con lui in prima squadra e cercava sempre di darmi sicurezza anche se sbagliavo".