Come si racconta un calciatore diventato leggenda? Come lo si spiega a chi non lo ha mai visto giocare? Claudio Minoliti riesce a farlo nel modo più semplice, ripercorrendone la storia umana, oltre alle imprese sportive. Per capirne la grandezza basta pensare che la Fifa ha indetto il premio annuale per il gol più bello e l'ha intitolato al protagonista del libro, edito da Minerva, di cui stiamo parlando: Ferenc Puskas.
Falso interno di centrocampo (in realtà centravanti mascherato grazie ai famosi arretramenti di Hidegkuti) nella Honved degli anni '50, della Grande Ungheria campione olimpica nel '52 e a un passo dal mondiale del '54 (perso in finale con una Germania Ovest in forte sospetto di doping), Puskas è stato protagonista anche di un'altra "Squadra d'oro": il Real Madrid di fine anni '50 inizio '60, con cui ha vinto tra Coppe dei Campioni e un'Intercontinentale, oltre a cinque campionati spagnoli (e a una Coppa del Re), che si aggiungono ai cinque già vinti con la Honved. E' considerato uno dei più forti giocatori di tutti i tempi, tanto da essersi piazzato addirittura al settimo posto nella classifica dei migliori di sempre stilata da World Soccer, e in quarta posizione in quella dei migliori numeri dieci della storia del calcio dietro a Pelé, Maradona e Zidane.
Fin qui la leggenda. Minoliti, però, si sofferma anche sull'uomo. Un uomo che ha attraversato le tragedie del '900, il nazismo, il comunismo, la dittatura franchista. E' scappato dai carri armati di Mosca quando un regime considerato troppo democratico dai sovietici fu annientato dall'intervento russo. Era il '56 e la storia si sarebbe ripetuta poco più di un decennio dopo in Cecoslovacchia. La sua vicenda umana passa anche per l'Italia, dove ha vissuto per qualche tempo facendo pensare a un possibile approdo nel nostro calcio prima del trasferimento in Spagna. Poi la carriera di allenatore lo ha portato a girare il mondo, dal Canada al Paraguay, dall'Australia all'Arabia Saudita, dal Cile alla Grecia, dove, alla guida del Panathinaikos, arrivò alla finale di Coppa dei Campioni persa contro l'Ajax di Cruijff nel '71. La sua, insomma, è una storia irripetibile di campione e di uomo e il libro di Minoliti è il modo migliore per ripercorrerla.