Dal ritiro dell'Olanda, Virgil Van Dijk lancia l'allarme per i troppi impegni a cui devono sottostare i calciatori al giorno d'oggi, dove in pratica si gioca sempre ogni 3/4 giorni. "In Inghilterra ne parliamo tanto, dobbiamo trovare una soluzione. Parliamo degli introiti dei club, dei giocatori, è vero che siamo ben pagati, ma alla fine non dovrebbe essere così - ha spiegato il difensore del Liverpool -. Come giocatori dovremmo parlare di più, dare la nostra opinione, perché è molto bello guadagnare soldi, ma la salute è più importante". Il calendario intasato aumenta il rischio infortuni: "Come giocatori dobbiamo farci valere. In campo, con l'adrenalina davanti a 70mila persone lo dimentichi, ma il tuo corpo dopo la partita te lo ricorda. Per questo è importante trovare soluzioni per il futuro dello sport. Rinunciare a parte dello stipendio? Sì, potrei farlo per tutelare la mia salute".
Le parole di Van Dijk sono musica per le orecchie per il suo allenatore Jurgen Klopp da anni si lamenta dei calendari e dei troppi impegni. Il tecnico tedesco aveva duramente contestato le date dell'ultimo Mondiale in Qatar e nel 2019 era stato vittima con il Liverpool di una situazione davvero paradossale quando, causa del calendario troppo fitto e della mancanza di una data alternativa, i Reds erano stati costretti a giocare sia il Mondiale per club che i quarti di finale di Carabao Cup contro l'Aston Villa nel giro di 24 ore.
Il tema dei calendari intasati e della qualità del gioco è sempre stato caro anche a Pep Guardiola. "C'è una sola soluzione. Che i giocatori decidano da soli. Per far finire questa organizzazione, bisogna cambiare qualcosa - le parole dell'allenatore del Manchester City a fine settembre -. Dopo i comunicati dei giocatori, forse Fifa e Uefa potrebbero capire e prenderne atto. Senza Pep, lo spettacolo continuerebbe. Ma senza i giocatori, non sarebbe possibile. Dipende tutto da loro, loro decidono se accettare o no questo business, questi grandi stipendi". Guardiola lamenta una certa sordità sull'argomento da parte della Uefa: "Come Ceferin ha detto a me Klopp, non dobbiamo lamentarci perché guadagniamo un sacco di soldi. D'accordo. Cosa posso dire allora? Facciamo lo stesso lavoro, abbiamo cominciato a giocare in strada, solo per passione. E ora sono fortunato a essere qua. Mi sono allenato ovunque, nei campionati altissimi e di basso livello. Ma vorrei solo proteggere un minimo la qualità, e invece vedo che si va nella direzione totalmente opposta".