E poi ci sarebbe anche il campo... La Nazionale affronta Malta a Bari, non un impegno da far battere i denti dalla paura, ma che il peso psicologico delle ultime ore rende comunque più complicato del previsto. Hai voglia di parlare di gruppo che si compatta nelle avversità. Quando ci si ritrova travolti dall'ennesima bufera che il calcio italiano sa generare almeno a scadenza annuale, ci vuole tutta la capacità di concentrazione che comunque è lecito aspettarsi da dei professionisti.
Spalletti avrà trovato e troverà le parole giuste per isolare la sua Nazionale che, al di là di tutto, ha l'obbligo di andare a Euro 2024. Senza se e senza ma. Magari non ci sarà da inventare nulla di straordinario per battere gli avversari di stasera. Wembley, però, è tra soli tre giorni. Stamattina nessuna rifinitura, solo un risveglio muscolare. Duecento persone davanti all'albergo hanno voluto far sentire la vicinanza alla Nazionale, con il ct che è uscito a firmare autografi prestandosi ai selfie dei tifosi. Una vicinanza, quella del pubblico di Bari, dimostrata anche dal tutto esaurito di stasera. La formazione è quella che ha provato nell'ultima rifinitura. Dommarumma dietro a Darmian, Mancini, Bastoni, Dimarco, con un centrocampo che vede Locatelli nel ruolo di regista affiancato da Barella e Bonaventura alle spalle del tridente Berardi-Raspadori-Kean.
Nel laboratorio di Coverciano sono emersi alcuni aspetti tattici comunque interessanti. Bonaventura che si sposta dal centrosinistra e diventa trequartista in fase offensiva, con Raspadori ad adattare la propria posizione a seconda di quella del giocatore viola, secondo dettami di quel calcio posizionale e funzionale che ha reso grande l'ultima creazione dello Spallettone: il suo Napoli campione d'Italia, che aveva Zielinski chiamato a occupare i mezzi spazi partendo dall'abituale posizione di centrocampista. La profondità non è un'arma che può diventare fondamentale contro una squadra che cercherà di chiudersi nella propria trequarti. Nel caso si riuscisse a "farli uscire" saranno i tagli di Kean da sinistra a offrire l'opzione verticale.
L'Italia, insomma, ha le armi giuste per essere più forte di ogni problema extra campo. Ora deve avere in testa solo l'obiettivo fondamentale: Germania 2024.