INTER

Sommer: "All'Inter per restarci tanti anni, al Bayern caos e troppe critiche"

Dalla nazionale ha parlato pure Pavard: "I nerazzurri sono un club leggendario"

Sommer in porta, Pavard in difesa. Nell'ultimo mercato estivo l'Inter ha dato una decisa rinfrescata al reparto arretrato. Sempre facendo spesa dal Bayern Monaco con trattative trasformatesi in vere e proprie romanzi. Per entrambi l'ambientamento in nerazzurro è stato semplice e gli obiettivi sono chiari: "All'Inter c'è un'enorme tradizione, è un grande club e una grande squadra, lo stadio di San Siro è fantastico con grandi tifosi - ha assicurato Sommer -. L'emozione è tanta e possiamo vincere. Inoltre ho anche la possibilità di essere il numero uno per diversi anni". 

Della stessa idea Pavard: "'L'Inter è un club leggendario e l'anno scorso è stata finalista di Champions League - le parole del francese -. Tutti credono in me, la società, i giocatori e l'allenatore. Questo si riflette sulle mie prestazioni, all'Inter sto davvero bene. Quando ho visto l'ambiente di San Siro ho capito che è qualcosa di eccezionale. Ho un piacere incredibile a giocare in questo stadio. Con Inzaghi mi vedo come centrale di difesa: imparerò tanto perchè l'Italia è il paese dei centrali. Ho deciso di dire addio alla Germania dopo tanti anni: avevo voglia di cambiare paese e cultura".

Cultura l'ha cambiata pure Sommer, non senza polemiche con il Bayern: "Onestamente, quando ho firmato lo scorso inverno, non mi ero mai detto che avrei fatto solo sei mesi e poi me ne sarei andato. Io e la mia famiglia siamo andati a Monaco, con l'obiettivo di ambientarci a lungo termine - ha ammesso il numero uno elvetico -. Lì ho ricevuto tante critiche: c'era caos e i media prendevano di mira due giocatori alla volta. Ma ho tenuto botta e non ho risposto pubblicamente. Adesso all'Inter mi viene chiesto di dare tutto per il club. Le differenze tra i due club? Il Bayern è altamente professionale quando si tratta di organizzazione. I dipendenti sono molto cordiali. All'Inter si assicurano anche che i nuovi giocatori e le famiglie si sentano a loro agio nel più breve tempo possibile. In Italia c’è una mentalità un po’ diversa, molto appassionata".