Ad una settimana da un Gran Premio d'Australia completato "solo" per due terzi della distanza (nel senso della cancellazione della Sprint di Phillip Island), la MotoGP si appresta a rimettere le ruote in pista in Thailandia per il quartultimo round di Mondiale che domenica scorsa (anzi, sabato...) potrebbe aver preso la via di Borgo Panigale: in questo caso in senso stretto, del team ufficiale Ducati. Non si tratta semplicemente dei ventisette punti di vantaggio su Jorge Martin nella valigia virtuale ma non troppo che Francesco Bagnaia ha imbarcato per il Sud-est asiatico. Con l'avvicinarsi della scadenza ultima di Valencia (tra poco più di un mese, domenica 26 novembre), oltre allo stato di forma dei due contendenti e delle rispettive moto, è destinato ad assumere un peso sempre più grande il fattore psicologico. Serenità interiore e ambientale, carica e tensione, lucidità e coraggio. E da questo punto di vista, (anche da questo punto di vista) sembra essere il campione in carica ad avere le carte miglior in mano. Almeno in avvicinamento al weekend thai e... a meno di colpi di scena sull'asfalto del Chang International Circuit, alla periferia sud della cittadina di Buriram. Sì perché poi - come sempre in questi frangenti - ogni Gran Premio è una finale.
Certo, la casistica specifica è ricca, varia e non di rado sorprendente. Lanciatissimo e anzi strabordante dopo la pausa estiva e con la... involontaria complicità dell'infortunio del rivale a Barcellona, Martin ha in un certo senso tolto una o due marce nelle tappe più recenti: 23 punti tra Mandalika e Phillip Island contro i 106 del tris precedente San Marino-India-Giappone. Da parte sua, Bagnaia mette a bilancio 47 punti totali tra Indonesia e Australia (il doppio di Martin) a fronte dei 59 di Misano, Buddh e Motegi.
Come detto però, i numeri... contano ma non dicono tutto. La sensazione è quella che il candidato spagnolo del team Pramac abbia già prodotto il massimo sforzo e forse raggiunto il suo "picco" stagionale. Per la precisione a Mandalika, con il sorpasso a Bagnaia in classifica generale dopo l Sprint indonesiana... che però Pecco ha prontamente digerito", restituendo a Jorge la... cortesia non più tardi di ventiquattr'ore dopo, grazie anche alla scivolata del rivale mentre si trovava al comando del GP. L'inerzia insomma potrebbe essere passata nel campo rosso. La prova di Buriram è da questo punto decisiva e... in bilico ra due scenari opposti ma in egual misura entusiasmanti: strada tutta in discesa per Bagnaia verso il bis iridato che sarebbe rosso ma anche tricolore oppure sfida che torna a riaprirsi e che a quel sarebbe con ogni probabilità destinata a trascinarsi - passando per Sepang e Losail - fino alla resa di conti valenciana nell'arena del Ricardo Tormo di Cheste.
Per la statistica intanto, Martin non è mai salito sul podio di Chang, mentre Bagnaia può vantare una vittoria (in Moto2) cinque anni fa nella prima edizione del Gran Premio della Thailandia, vinto nella MotoGP da Marc Marquez che fece il bis nel 2019, prima di due cancellazioni consecutive e del successo sotto il diluvio di Miguel Oliveira con la KTM davanti alle Ducati Lenovo di Jack Miller e Francesco Bagnaia, con Martin solo nono al traguardo. Curiosamente, lo spagnolo ha preso parte alle tre edizioni del GP in tre classi diverse. Due presenze invece per Pecco nella premier class dopo quella (vincente, come detto) in Moto2 nel 2018, trampolino di lancio per il titolo della classe cadetta, messo sotto chiave quattro settimane più tardi nel GP della Malesia, che segue invece la Thailandia nell'attuale calendario! Corsi e ricorsi iridati, per Bagnaia?