Un campo da calcetto, anche se il terreno di gioco non è il massimo, cinque contro cinque, un gruppo di curiosi ad assistere e addirittura oltre 50 giornalisti accreditati: il match si gioca sul campo dell'istituto penitenziario di Belgorod e in campo, tra gli altri, ci sono anche Alexander Kokorin e Pavel Mamaev, ex nazionali russi che dopo la condanna definitiva dello scorso maggio stanno scontando 18 e 17 mesi di carcere per aggressione a un funzionario pubblico.
Come riporta la testata locale RIA Novosti, i due, ex Zenit e Krasnodar, hanno trascinato la rappresentativa della colonia correttiva n.4 alla vittoria per 4-2 segnando tutti i gol della loro squadra (tripletta per Mamaev) e dopo la gara hanno urlato la mondo la loro voglia di continuare a giocare: "Giocare per noi è una gioia - ha dichiarato Kokorin a Sport24.ru - Siamo in 15, cerchiamo di insegnare qualcosa a chi vuole giocare con noi". "Rivedere la mia famiglia è stato emozionante - gli fa eco Mamaev - Per noi non sarà difficile tornare a giocare a calcio. Ci manteniamo in forma, continuiamo a praticare sport. Ci alleniamo ogni giorno per questo".
La vita dei due calciatori cambiò radicalmente il 10 ottobre del 2018, quando Kokorin e Mamaev furono arrestati per aver picchiato fuori da un bar di Mosca un alto funzionario del Ministero del Commercio russo, Denis Pak, aggredendo anche altre due persone, tra cui l'autista della giornalista televisiva Olga Ushakova. Krasnodar e Zenit hanno subito interrotto i contratti in essere con i due e circa tre mesi fa è arrivata la condanna definitiva, ma la loro voglia di continuare a giocare è tantissima: "Un ritorno allo Zenit? Non dipende tutto da me - ha dichiarato Kokorin -, ma considerando come sono stati comprensivi con me, giocherei fino alla fine della mia carriera anche gratis. La prigione mi sta cambiando".