Tra fischi, ritorni eccellenti, 3-5-2 e bomber letali: San Siro sarà una bolgia
La partita tra nerazzurri e giallorossi assume, fatalmente, significati che vanno al di là di un semplice match di campionato
Ci sarebbe anche una partita che vale molto, tra voglia di tornare in testa da parte interista e necessità di risalire la classifica da quella romanista. I giorni passati a discutere sull'accoglienza a Lukaku (tra fischietti vietati, fischi e insulti ammessi), squalifica di Mourinho (accusato di aver voluto saltare apposta il suo ritorno a San Siro) e polemiche con botte e riposte annesse, hanno fatto passare in secondo piano l'importanza reale del match del tardo pomeriggio di oggi.
Invece Inzaghi e Mou hanno bene in testa quanto conti questo Inter-Roma. I tre punti sono una necessità per l'Inter che deve tornare in testa per guardare tutti dall'altro anche in classifica, e non solo nella consapevolezza di avere la rosa migliore del campionato. Con il solito problemino che tanto "ino" non è: il limitato numero di attaccanti. Lunga vita al Lautaro straripante di inizio stagione e all’eclettico e fondamentale Thuram, insomma. Certo, l'usato sicuro Sanchez il suo golletto lo riesce a mettere comunque, ma l'assenza di Arnautovic costringe i titolari a tour de force che possono diventare logoranti. Senza contare l'impossibilità di un piano b in caso di difficoltà. Inzaghi, in ogni caso, lascia il tournover in panchina con la consapevolezza che, avendo una rosa ampia e di alto livello, può giocarsi i suoi cinque cambi sistematici e scientifici nel corso della ripresa.
Dall'altra parte Mourinho si ritrova con il solito Sudoku di una formazione da mettere insieme con assenze che coprono tutto l'arco costituzionale dei reparti giallorossi: Smalling, Kumbulla, Spinazzola, Sanches, Pellegrini, Dybala e Abraham. Oggettivamente complesso, per lo Special, relegato in tribuna a prendersi gli applausi di tifosi che mai dimenticheranno il triplete (e in una sorta di contrappasso con il suo centravanti, che invece sarà accolto in modo opposto a quello del figliol prodigo), mettere insieme una squadra credibile e che possa cercare anche di giocarsi la partita. Certo, non che con tutti i titolari a disposizione si sarebbe assistito a una prestazione della Roma stile Ajax anni '70, ma è anche vero che non è semplice provare a fare calcio in eterna emergenza.
Dal punto di vista tattico ci sarà la contrapposizione tra due 3-5-2 declinati in modo differente, tra trame che si ripetono secondo sentieri conosciuti e ricerca ossessiva dell'attesa per colpire, con chirurgica precisione, gli spazi lasciati incustoditi dagli avversari. Forse lo spettacolo non sarà il grande protagonista della serata, ma tutto il contorno della sfida di San Siro basterà a rendere speciale questo Inter-Roma.