MAX VERSTAPPEN: VOTO 10... periodico
Oppure cinquantuno, come il totale delle vittorie ("pareggiate") del "Professore" Alain Prost. Oppure sedici, come il nuovo record (ulteriormente implementato, gli apparteneva già) di vittorie in una singola stagione. Fate voi. Poi tanto fa tutto lui: si complica la vita in prova, si infila come ripieno (indigesto) nel panino Ferrari al primo via, scatta da manuale anche al secondo, viaggia su ritmi inarrivabili (no, inimmaginabili) per la concorrenza. Sta già battendo i suoi stessi record, vince "a ciclo continuo" ma non è sazio e punta a ripetersi ancora negli ultimi tre GP dell'anno.
LEWIS HAMILTON: VOTO 8
Sotto il gazebo delle interviste a caldo dichiara di essere bello... fresco, nel salottino della conferenza si è già messo in tenuta da relax, mentre i compagni di podio hanno ancora addosso le tute "belle" sudate. Lewis ha ancora per molti versi una marcia in più e in Messico ha infilato dap ar suo tutte quelle della sua W14 e le ha scalate tutte quante a dovere anche nella staccata per superare Leclerc e assicurarsi il secondo posto. Dai, impareggiabile "sir", ancora tre chances di tornare alla vittoria.
CHARLES LECLERC: VOTO 6,5
Gara persa fin dal via: per il "prego s'accomodi" a Verstappen allo spegnimento dei semafori, prima ancora che per il contatto con Perez alla prima staccata dopo il via. Il resto è una lunga marcia verso la missione-podio, le briciole di un GP dalle aspettative anche solo leggermente più elevate. Sì perché era più o meno scontato che SuperMax arrivasse, ma la sfida persa con Hamilton brucia.
LANDO NORRIS: VOTO 9
Bravo come Verstappen a Mexico City. Forse di più, considerando il via dal fondo e la doppia rimonta nei due "spicchi" del Gran Premio del Messico. Lando è alle prese con la difficile missione di tenere alta la sua bandiera nel difficile confronto interno con OSCAR PIASTRI. A proposito, VOTO 7 all'australiano per la rapidità con la quale ha messo in pratica la fedeltà alla causa McLaren, dando in "tempo zero" strada al ben più pimpante compagno di squadra.
SERGIO PEREZ: SENZA VOTO
Non ne va proprio bene una quest'anno a Checo. Ci mancava pure l'immediata uscita di scena pochi secondi dopo il via e davanti a una folla (quattrocentomila tifosi adoranti nell'arco del weekend) che aveva occhi e voce solo per lui. Nemmeno la soddisfazione di tornare in pista per l'onore e più sostanzialmente per provare a lasciare in qualche modo il segno, magari con il giro più veloce della gara.
CARLOS SAINZ:VOTO 5,5
Una gradino sotto il compagno di squadra, e non solo in senso figurato. Carlos è il più lucido a circostanziare gli attuali limiti della SF-23 di Maranello. Sta di fatto che è il più istintivo ma anche sanguigno Leclerc a spremere tutto quello che c'è da spremere in gara. Carlos ha la ricetta insomma, ma è Leclerc a servirla in tavola. VOTO 5 invece alla FERRARI: per il deludente risultato finale (paragonato alla prima fila tutta rossa) e per non aver saputo "murare" Verstappen nel primo scatto al semaforo. Intendiamoci, era difficile se non difficilissimo ma da fuori (perché nei briefing sono in pochi e nell'abitacolo solo due) è sembrato che non ci fossero piani specifici in proposito.
DANIEL RICCIARDO: VOTO 7
Seconda fila in qualifica, poi una gara un po' di rimessa ma incorniciata da un settimo posto finale che è il miglior risultato stagionale by Apha Tauri. Quattro soli GP disputati per il team di Faenza ed è già nella scia del compagno di squadra nel Mondiale, che solo sette giorni prima ad Austin aveva chiuso all'ottavo posto. L'esperienza conta e paga. Con calma, ma paga. A proposito: VOTO 4 a YUKI TSUNODA che stava mettendo in pista una prova volitiva ma ha poi finito per esagerare nella lunga bagarre con Piastri. Chissà, forse innervosito e "incarognito" proprio dalla bella performance di Daniel.
GEORGE RUSSELL: VOTO 5
Prova da gambero per George che incassa ancora da Hamilton e non solo da lui. A Città del Messico il pilota inglese ci prova lungamente e vanamente con un Sainz come detto sopra non particolarmente brillante. Nel finale poi cede il passo anche all'arrembante Norris: sorpasso in pista e forse anche nel cuore dei competenti racefans britannici.
ASTON MARTIN: VOTO 4
La retta via è ormai smarrita, per lasciare spazio ad una pista tutta salita, curve cieche e vicoli... anche. La McLaren così si allontana all'orizzonte e se ci si mette pure Stroll a tenere il passo di Alonso e addirittura fare meglio (ma appena appena) il quadro è completo. Sarebbe da dire: voto dieci, ma solo sommando quello del canadese e del due volte campione del mondo.