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Eterno Ranieri: da Cagliari a Cagliari, la faccia dell'Italia che non molla mai

Ha girato il mondo tra mille avventure: sempre aggiornato ha allenato diversi campioni. E in Sardegna è amato

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Da Cagliari a Cagliari, un ciclo che si chiude. È la storia di Claudio Ranieri, da ormai 37 anni protagonista nel mondo del calcio e degno rappresentante del pallone italiano in Europa. O meglio della qualità degli allenatori del Bel paese. Dall'Italia all'Inghilterra, passando per Francia e Spagna: King Claudio ha lasciato il segno ovunque. King Claudio appunto, il soprannome che i sostenitori del Leicester gli hanno affibbiato dopo la straordinaria vittoria con le Foxes. Il titolo in Premier League è la recente missione più grande, ma occhio a quanto sta rifacendo in Sardegna: una promozione insperata la scorsa stagione e due ultimi successi tra Serie A e Coppa Italia da cardiopalmo. 

Il Cagliari sarà il suo ultimo club - lo ha ammesso lo stesso Ranieri - e sull'isola sta vivendo una nuova giovinezza, alla faccia dei 72 anni. Per i tifosi rossoblù, che già nel 1988 hanno assistito ad una doppia promozione dalla C alla A con il romano alla guida, Sir Claudio è una religione. Crederci fino alla fine è il mantra: le vittorie con Frosinone della scorsa domenica (da 0-3 a 4-3 in meno di un tempo) e di ieri a Udine sono frutto della mentalità dell'esperto tecnico. Rabbia, cattiveria e la zampata di due bomber come Lapadula e Pavoletti, quest'ultimo uomo simbolo dell'allenatore capitolino. Lo ha trattenuto nonostante le insistenti voci di mercato, e Pavogol ha ricambiato regalandogli la promozione nella massima serie lo scorso giugno a Bari e suggellando la vittoria di domenica ai danni dei ciociari allenati da Di Francesco. Il tutto all'ultimo respiro.

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Ranieri, capace sempre di rialzarsi dopo avventure non fortunate (vedasi quelle con l'Atletico Madrid e Grecia, da ct) e di restare aggiornato, ha compiuto dei veri e propri miracoli nel corso di una lunga carriera: vincere Coppa Italia e Supercoppa Italiana con la Fiorentina nel 1996 (due anni dopo aver portato i viola nella massima serie), alzare al cielo la Supercoppa europea col Valencia (98-99) portare il Chelsea nella semifinale di Champions League (stagione 2003-2004), centrare il successo con la Juventus al Bernabeu al cospetto del Real Madrid (con Del Piero in grande spolvero, era il 2008) e pure salvare un Parma ormai spacciato nel 2007. Quest'ultima, sulla carta, l'impresa più grande subito dopo il titolo in Premier League targata Leicester.

Il suo cuore ha sempre detto Roma, e proprio con i giallorossi è andato ad un passo dallo scudetto: nel 2010, con l'Inter che alla fine ebbe la meglio grazie alla vittoria di misura sul Siena in trasferta all'ultima giornata. Celebre in quella stagione la vittoria nel derby romano: successo in rimonta con le bandiere De Rossi e Totti spedite in panchina, a fine primo tempo, per rivoluzionare la squadra. Sua è stata anche l'ultima Sampdoria, con Quagliarella in grande spolvero, prima del decadimento attuale. Quagliarella dicevamo, uno dei tanti campioni allenati in carriera. Qualche nome? Batistuta, Careca, Zola, Rui Costa, Totti, Del Piero, Kante, Trezeguet, Milito, Eto'o, Cambiasso e Thiago Motta. Senza dimenticare Frank Lampard, voluto fortemente dallo stesso tecnico al Chelsea e Giuseppe Rossi, fenomenale con lui a Parma. Un bilancio complessivo di alto livello per King Claudio, che vuole continuare a stupire al Cagliari. Sarà il suo ultimo club, poi magari un'altra avventura in Nazionale. Per stupire anche lì. In attesa di altre impresa c'è una certezza assoluta: Ranieri è già nell'Olimpo del calcio.

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