L'opinione

Perché oggi Luca Banchi è il miglior coach dell'Eurolega

Il coach grossetano ha costruito una Virtus ai limiti della perfezione in appena un mese e mezzo. Gioco brillante, grande partecipazione di tutto il roster e valorizzazione di super Shengelia: sognare, anche in Europa, ora si può.

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oraxora placeholder

Un mesetto fa di questi tempi i più esperti addetti ai lavori si divertivano a stilare il power ranking dell’Eurolega 2023/2024. Ovvero a ipotizzare il piazzamento di ciascuna delle 18 squadre che partecipano al più importante torneo continentale. 
Ebbene, sulla Virtus Bologna le idee di quasi tutti gli esperti convergevano: le Vu Nere valevano tra la dodicesima e la quattordicesima posizione. A pesare sulla valutazione l’improvviso cambio di guida tecnica, con Sergio Scariolo messo alla porta all’improvviso (?), e le incognite del dopo Teodosic

 

Massimo Zanetti, a cui va dato il merito di aver agito con grande coraggio nel ribaltone di metà settembre, ha puntato su Luca Banchi e la scelta sta pagando parecchi dividendi. 
La squadra, dopo un primo momento di comprensibile disorientamento per la vicenda Scariolo, si è compattata attorno al nuovo coach che ha saputo conquistare in poco tempo giocatori (e pubblico) con lo stesso metodo che l’ha portato a incantare il mondo con la sua Lettonia. La Virtus ha un gioco brillante, scende sul parquet libera nella testa e senza paura. E con lo sguardo di chi sa quello che vuole, la faccia tosta di voler dimostrare a tutti ciò di cui è capace.

Tutti, dal primo all’ultimo, si sentono coinvolti e danno l’impressione di divertirsi giocando. Dalla vecchia guardia ai nuovi arrivati. La chimica di squadra che si è creata si traduce anche con alcuni numeri molto rilevanti. 
In Europa la Virtus ha una striscia aperta di 5 vittorie consecutive e arriva ad affrontare un ciclo terribile (nell’ordine: Real a Madrid, derby italiano con Milano in casa, Panathinaikos a Oaka e Fenerbahce a Bologna) che servirà per testare la possibilità di restare nelle zone altissime della classifica. 

Banchi ci arriva con la consapevolezza di avere una squadra capace di attaccare alla grande (85.7 punti segnati a partita, meglio soltanto il Partizan), con una gestione dei possessi molto intelligente (21.2 assist a partita) e conseguentemente con ottime percentuali al tiro: 57.6 da due e 41.3 da tre. 

Il primo violino è ovviamente Toko Shengelia, che con Banchi è tornato ai livelli di Baskonia, forse anche meglio. MVP del mese di ottobre e pure MVP dell’ultimo turno di Eurolega: è il leader tecnico ed emotivo della squadra, ruolo ereditato da Milos Teodosic. Attorno a lui si fanno notare un po' tutti: dai vecchi Mickey, Hackett e Pajola, ai nuovi Dobric e Smith in rampa di lancio dopo un avvio così così, all’eterno Dunston che con l’Efes ha messo in campo la classica (super) prova da ex. 

Ci sono poi due giocatori che meritano una menzione a parte. Uno è Marco Belinelli, anni 37. Con Scariolo spesso faceva fatica a trovare minuti in Europa, con Banchi è tornato centrale nel progetto tecnico della squadra. E anche in questo caso i numeri stanno dando ragione al coach: 21 minuti di impiego (ma non era bollito?), 13.3 punti a partita, 52% da due e 43% abbondante da tre. Chapeau. 

L’altro capolavoro di Banchi si chiama Isaia Cordinier, il “Most Improved Player”. Da player capace di giocate clamorose ma anche di lunghi passaggi a vuoto, a elemento imprescindibile grazie a una maturazione – non solo tattica – che gli permette di restare dentro alla partita per tutto il match. 

Per tutti questi motivi oggi Luca Banchi è da considerarsi il miglior coach dell’Eurolega, probabilmente insieme ad Alex Mumbrù che con la sorprendente Valencia, esattamente come la Virtus, sta ribaltando tutti i pronostici incantando l’Europa.  

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