Eccola l'anti-Inter, bella nemmeno un po', con un gioco molto discutibile ma solida come nessuno e cinica il giusto per restare in quota scudetto. La Juve di Allegri è lo specchio del suo allenatore, uno attento alle statistiche soprattutto, se non solo, quando si parla di gol subiti. Perché, lo ripete spesso (saggiamente), quasi sempre lo scudetto va alla squadra che subisce meno gol. E allora teniamoci questo numero: zero gol subiti nelle ultime sei partite, 16 punti conquistati sui 18 disponibili con 6 reti segnate, quattro vittorie consecutive con scalpi importanti come Milan e Fiorentina, sempre in trasferta e la sensazione che, di riffa o di raffa, tireranno avanti così fino alla fine. La miglior difesa del campionato (sei gol subiti in undici partite al pari dell'Inter) altro non è che la sintesi di una filosofia, una filosofia che bada nulla all'estetica e non si preoccupa minimamente dell'altro dato che dovrebbe avere un peso: gol segnati 17, settimo miglior attacco.
Gli uomini? Tutto sommato uno vale l'altro. Così Allegri ha fatto meno di Danilo in un momento delicato della stagione e ha rispolverato un eccellente Rugani mantenendo comunque inviolata la porta di Szczesny (8 clean sheet su undici, 4 dei sei gol subiti nella sola gara contro il Sassuolo). Ha alternato i vari Chiesa, Vlahovic, Kean e Milik senza patire infortuni o cali di forma, ha persino superato il doppio shock delle squalifiche di Pogba e Fagioli senza fare un plissé. Tanto il canovaccio non cambia: trovato il gol, la sua Juve ripiega con dieci uomini sotto la linea del pallone e passare diventa quasi impossibile.
Gioca male? E chissenefrega. Ha sette punti in più dello scorso campionato (sempre come l'Inter). Riuscirà a tenere questa media punti nonostante una manovra non esaltante? Possibile. Non certo, ma possibile. E non importa se giocare contro il Verona o il Milan è più o meno la stessa cosa. Uno a zero e via, tenendo un ritmo che la Juve delle ultime stagioni se lo scordava. I tifosi più raffinati si turano il naso? Altro chissenefrega, contano i risultati, che per ora dicono che l'Atalanta, quinta, è scivolata a 7 punti e la zona Champions, obiettivo dichiarato, è blindata.
Intanto il lungo avvicinamento allo scontro diretto contro l'Inter del 26 novembre (dopo la sosta per le nazionali all'Allianz Stadium) passerà per la gara interna contro il Cagliari. Poi toccherà alla trasferta di Monza (letale lo scorso anno), ma in fondo a una settimana che per i nerazzurri sarà durissima, con la trasferta di Lisbona in Champions contro il Benfica e quella del Maradona contro il Napoli, e la fatica che potrebbe cominciare a farsi sentire. A inizio dicembre, insomma, il vantaggio di giocare una sola gara a settimana potrebbe farsi sentire. E questa Juve brutta ma solida e vincente potrebbe anche trovarsi a guardare tutte dall'alto verso il basso.