Due punti guadagnati "nonostante tutto" sulla Mercedes: nonostante il clamoroso forfait di Leclerc ancora prima del via, nonostante la prova a correbte alternata di Sainzdopo lo "scatto al semaforo con una frizione secondo lo spagnolo da cestinare senza ripensamenti. Per la Ferrari il weekend brasiliano si chiude con un più due sulle Frecce Nere che in realtà non modifica in modo sostanziale l'inerzia di una corsa al secondo posto tra i Costruttori che - ormai a due sole gare dal termine - pare avviata a concludersi a favore del campo rivale. Questo dice l'equilibrio... al ribasso tra Maranello e Brackley al tramonto di una stagione che - il GP del Brasile lo ha riaffermato con forza - vede invece in netta e continua crescita la McLaren e in grande ripresa (si attendono però controprove a Las Vegas) anche Aston Martin che - dopo un grande avvio di Mondiale - aveva innestato la retromarcia nel corso dell'estate e proprio in coincidenza con il salto di qualità del team (ed è sempre il caso di sottolinearlo) diretto da Andrea Stella. Storia di evoluzioni di metà stagione particolarmente azzeccate per McLaren e invece poco efficaci per Aston Martin.
Ferrari e Mercedes (è solo una provocazione ma forse coglie nel segno) sembra proprio restie a spuntarla sulla diretta rivale. Anche perché nessuna delle due probabilmente tiene più di tanto a chiudere la stagione con quattrocento punti di ritardo (and counting) dalla Red Bull. A tanto ammonta l'attuale divario tra RB e Mercedes e vine da pensare che la "forbice" crescerà ancora tra il luna park di Las Vegas e quello di Abu Dhabi. Chiudere secondi con meno della metà dei punti dai primi è ben magra consolazione, se non peggio. Negli specchietti delle W14 anglo-tedesche e in quelli delle SF-23 made in Maranello giganteggia ormai la sagoma della McLaren che (la Formula Uno è una scienza esatta) l'anno prossimo sarà come minimo un terzo incomodo nella caccia alla Red Bull e le probabilità che siano Norris e Piastri i rivali di Verstappen nella rincorsa di SuperMax al poker iridato sono molto alte.
Mercedes come un vascello fantasma, Ferrari come un piroscafo dai motori in avaria... e l'Olandese Volante pronto ad affrontare un altro Mondiale da netto favorito, con due nuovi rivali - Norris e Piastri - che potrebbero mettergli i bastoni fra le ruote ma fatalmente rubarsi punti a vicenda (se non peggio, entrambi sono "affamati"...) mentre lui più o meno inevitabilmente "trita" Perez oppure Ricciardo (fa lo stesso). Con Ferrari e Mercedes che stanno a guardare.
L'immagine "caravaggesca" di Leclerc affranto dopo il rituiro di scena-choc di San Paolo ha detto che Ferrari ha un problema di affidabilità assolutamente sorprendente a questo punto della stagione ma lascia forse ancora più interdetti l'andamento lento delle Frecce Nere che solo dodici mesi fa le aveva viste imporsi con George Russell sia nella Sprint del sabato, sia nel GP delladomenica, con doppietta stellata grazie al secondo posto di Hamilton. Il drop prestazionale tra prove e gare della Ferrari si conferma gara dopo gara, la marcia da gambero della Mercedes a San Paolo resta difficile da spiegare ma potrebbe essere stato solo un episodio. Intanto, l'incognita Las Vegas bussa alla porta, prima dell'ormai classico finale (spiace prenderne atto, ma è così) di Yas Marina. Altrettante mini-finali per Ferrari e Mercedes: nonostante tutto, come si diceva all'inizio.