L'infanzia difficile, un passato da lasciare alle spalle, il basket come ancora di salvezza, la passione per la cucina e non solo. C'è tanta voglia di riscatto e di vita nelle parole di Pauly Paulicap. Una volta senzatetto, ora giocatore di una Nutribullet Treviso che ha bisogno anche della sua resilienza per centrare la prima vittoria in campionato (sabato 11 novembre, ore 19:30, in casa della Virtus Bologna).
Centro newyorkese di 26 anni, che già alla sua prima uscita ufficiale in campionato contro l'Armani Milano ha conquistato il cuore dei tifosi trevigiani, è andato a contrasto per tutta la sua vita: "Sono il settimo di otto figli, ho quattro fratelli e tre sorelle. I miei genitori sono originari di Haiti, ma di fatto sono cresciuto con mia madre. Mio padre semplicemente non c'è mai stato, forse non si è mai sentito pronto per fare veramente il padre. Fatto sta che è stata dura".
"La vita non è stata molto generosa con me", prosegue Paulicap. "A 15-16 anni di fatto ero un homeless, senza casa, anche se non mi sono mai ridotto a dormire per strada. Stavo da amici, cambiavo spesso casa, giravo con un borsone dove a malapena avevo qualche vestito. Facevo cavolate, non ero un buon esempio per me stesso e di fatto non avevo nemmeno degli esempi da seguire".
La salvezza? "A 17 anni degli amici di mia madre decisero di accogliermi in casa. Di colpo avevo sempre del cibo, dei vestiti, delle scarpe. Mi davano anche una specie di paghetta per mantenermi. In cambio dovevo rigare dritto e concentrarmi sulla scuola e sullo sport. Al basket ci sono arrivato tardissimo, proprio a 17 anni. Conoscevo di fama Kobe Bryant e LeBron James, ma non avevo mai preso in mano una palla da basket in vita mia. Imparavo velocemente, e allo stesso tempo giocavo anche a pallavolo e facevo atletica. La pallavolo mi ha insegnato il tempo per la stoppata, la verticalità, il gioco di piedi. Ma alla fine ho scelto il basket".
I primi passi, i primi infortuni, il college e la scoperta di nuove passioni: "Quando ero a West Virginia ho scoperto la mia verve culinaria. I miei piatti preferiti sono quelli caraibici, che ricordano le mie origini. Ovunque vada cerco di imparare le usanze e i piatti del luogo e di farli amici". Dopo un primo anno a Cipro, ora l'occasione in Italia con Treviso: "Naturalmente ho accettato subito, qui c'è una società importante e strutturata, tifosi davvero super calorosi e la possibilità di crescere ulteriormente come giocatore. E poi la cucina...ho già imparato a cucinare la pasta in vari modi, faccio la pizza e so preparare le tagliatelle a mano".