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Dall'emergenza è nata una difesa di ferro: Max si gode il muro bianconero

 La squadra di Allegri ha subito solo 7 gol finora e 4 tutti insieme nella serata storta con il Sassuolo

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@Getty Images

Ha fatto così tanta impressione vedere gli attacchi della Fiorentina schiantarsi senza speranza contro il muro difensivo della Juventus che, a posteriori, è stato perfino complicato dover ribadire, per l'ennesima volta, quanto poco la squadra di Allegri sappia costruire qualcosa con il pallone tra i piedi. Firenze, insomma, è il più grande manifesto programmatico di un calcio che sembrava ormai sepolto e che è stato resuscitato da un allenatore sempre discusso ma adorato dai cultori della tradizione.

In un mondo diviso per blocchi intrisi di ideologie spesso staccate dalla realtà, e fomentate da chi, sulle contrapposizioni, ci marcia e ci guadagna, l'eterna lotta tra giochismo e risultatismo fa molto più male che bene al calcio. Innanzitutto perché è una semplificazione e, come tale, non tiene conto delle sfumature che spesso assomigliano molto al senso della vita. E poi perché non può esistere un solo modo di giocare. Esistono concetti estetici che possono più o meno piacere a chi osserva (anche se ai tifosi, esclusa qualche eccezione, bastano i tre punti) e la valutazione che gli addetti ai lavori devono dare su come un allenatore lavori sull'organizzazione delle varie situazioni di gioco. 

Non è perfetto il calcio di Zeman, che non cura quasi per niente la fase difensiva, non lo è quello di Allegri, che trascura quella offensiva. Ma lui vince, si dirà. Non negli ultimi due anni, per esempio, e non si può non pensare a quello che potrebbe fare la Juventus con un minimo di principi consolidati quando ha il pallone tra i piedi. Non schemi, come dice Allegri, idee, concetti di gioco condivisi da tutta la squadra.

Per ora, comunque, basta l'ottima tenuta difensiva per tenere una squadra, che ha l'enorme vantaggio di non avere impegni infrasettimanali, a meno due dall'Inter. La Juventus ha subito 7 gol in 12 partite (4 tutti insieme a Sassuolo). Significa che ne ha subiti 3 in 11, di cui l'unico che ha fatto davvero male è quello di Ferguson nella partita pareggiata in casa contro il Bologna. Gli altri, sempre escludendo, Sassuolo, sono quelli di Luis Alberto, nel 3-1 alla Lazio, e di Dossena, nell'ultima di campionato vinta 2-1 sul Cagliari.

Il bunker è nato quando sembrava che la coperta difensiva della Juve fosse improvvisamente diventata cortissima, dopo gli stop di Danilo e Alex Sandro. Invece il blocco Gatti-Bremer-Rugani, con l'aiuto degli esterni di centrocampo e di uno Szczesny speso decisivo, è diventato un muro invalicabile. Aumentando la fisicità la difesa bianconera è riuscita a tenere gli avversari più lontani dalla porta, cercando il contatto diretto nella pressione individuale, e, quando è chiamata a stare bassa, può sfruttare la capacità di vincere i duelli anche ad alta quota

Gli innamorati del vintage hanno potuto rivivere, in alcune vittorie bianconere, certi sapori del passato, della tv che ancora non aveva il colore e c'erano solo due canali che potevi cambiare solo spostando una manopola enorme. Cinquant'anni fa la Nazionale di Valcareggi vinceva per la prima volta a Wembley, difendendosi per tutta la partita per poi segnare a una manciata di minuti dalla fine con Capello. C'è qualcosa di male a sfruttare la propria forza difensiva e sperare che la classe di chi sta davanti possa piazzare la zampata vincente, sfruttando magari l'unica occasione a disposizione? No. Non c'è niente di male. Si chiama tattica. Nessuno, però, può impedire di pensare a quanto lontano potrebbe arrivare una squadra così performante in difesa, se avesse un piano preciso anche quando ha il pallone tra i piedi. 

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