Igli Tare è tornato a parlare della propria decisione di abbandonare la Lazio dopo un lungo percorso alla corte di Claudio Lotito. Nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport il dirigente albanese ha raccontato i retroscena riguardanti l'addio al club biancoceleste: "Scelta mia o di Lotito, che importa? Hanno detto che mi aveva mandato via, bugie. Io ho preso la decisione e lui l'ha condivisa, gli andava bene di cambiare percorso, interlocutore e fare altro. Un anno fa, a inizio stagione, gli anticipai che a giugno avrei chiuso, che quella appena cominciata sarebbe stata l'ultima. Chiesi solo di uscire con onore, con dignità. Così è stato. Come per un matrimonio che si consuma naturalmente".
Tare ha spiegato inoltre come la Lazio aveva già chiuso per uno dei principali bomber della Serie A, ora in forza al Milan: "Giroud era nostro, solo che all'ultimo il Chelsea si mise di traverso e non lo lasciò partire. Le tentai tutte. Fu solo questo il motivo. Ragazzo eccezionale, Olivier. Quell'anno avevamo un grande attacco con Immobile, Correa e Caicedo - ha sottolineato l'ex uomo mercato di Lotito -. Felipe Anderson, Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Lucas Leiva, Klose, Lulic. Ma anche Brocchi, il mio primo acquisto. Sono molto legato a Cristian, da affetto autentico, un uomo onesto, perbene. Mi hanno rimproverato Muriqi e Vavro? Si sottovaluta la complessità dell'inserimento di uno straniero in una nuova dimensione di squadra, alcuni faticano più di altri. Spesso è una questione di dettagli. Ma Vavro e Muriqi hanno subìto il calcio di Sarri, ma prima di andare via l'hanno voluto salutare e abbracciare. Ricordo che Maurizio mi disse: 'Sono stato a Napoli, ad alcuni ho dato la vita, mai nessuno mi ha rispettato come questi due ragazzi'. Caicedo? Io sono testardo, quando credo in un giocatore non mollo di un centimetro. Inzaghi mi diede del matto, quando lo vide, eppure ci ha tanto aiutato".