Il Gran Premio del Qatar ha dato fuoco alle polveri, l'incendio divamperà a tra pochi giorni al Ricardo Tormo di Cheste? V per volata, veleni, Valencia e... vendetta? I fatti e i retroscena di Losail fanno da premessa ad una resa dei conti che lo è... un po' meno dal punto di vista della matematica ma un po' di più per i rischi connessi ad un penultimo atto del Mondiale che - in pista, davanti ai microfoni e dietro alle porte socchiuse dei garage, ha messo appunto molta carene al fuoco per il gran finale. Francesco Bagnaia ha lasciato il Qatar con un vantaggio accresciuto di un terzo (da quattordici a ventuno punti) rispetto al suo arrivo ma a questo punto... con tutto da perdere a Valencia. Al contrario del suo diretto rivale Jorge Martin che potrà anche godere di una torcida tutta dalla sua parte, oltre all'obbligo di rischiare il tutto per tutto ogni volta che scenderà in pista. Una resa dei conti che non gli permette di fare calcoli e - in positivo, per lui - lo lascia libero di scatenarsi. È la storia della sfida finale di tante altre volte in passato: sia nelle due che nelle quattro ruote. Non ci inventiamo niente e non c'è nulla da inventarsi, sulla linea sottile che divide sportività e spregiudicatezza, calcolo e rischio, buoni e cattivi, fair play e giochi di squadra, alleanze splendida solitudine dei campioni. Anzi del campione, perché poi - per dirla con il cinema - ne resterà solo uno.
Per bocca del suo responsabile in pista Piero Taramasso, Michelin ha sostanzialmente rispedito al mittente le accuse esplicite di Martin e quelle più caute del suo entourage sulla performance nettamente al di sotto dello standard degli pneumatici montati dal pilota madrileno nel Gran Premio del Qatar. Molto più equilibrio aveva dimostrato ventiquattro ore prima Bagnaia, che si era limitato ad esprimere perplessità sulla disparità di rendimento del complesso moto-gomme rispetto a probe libere e prove ufficiali. Certo, a fronte di un GP della durata doppia rispetto alla Sprint, Jorge ha ugualmente pagato doppio dazio.
Ciò che conta ora è che l'indagine Michellin sulla mescola portata in Qatar spazzi via qualsiasi dubbio fin da giovedì 23 novembre, all’alba (anzi prima) del weekend valenciano. Difficile però che l'ultimo atto della stagione possa svolgersi sotto un cielo davvero sereno, e non stiamo parlando delle condizioni meteo che al momento sembrano promettere un weekend senza pioggia.
Martin ha parlato di una sfida ormai decisa da fattori esterni ma anche della sua risolutezza nel coltivare il sogno iridato fino all'ultimo giro del GP... o magari della Sprint, visto che Bagnaia ha la chance di chiudere la partita già al sabato, nella modalità breve che però quest'anno è stata per ben otto volte (l'ultima pochi giorni fa a Losail) favorevole al rivale. Pecco si è mostrato fiducioso di poter gestire il gruzzolo di punti (ventuno) con il quale si è imbarcato per il volo di ritorno in Europa, mostrando un minimo di "preoccupazione" solo per il meteo di cui sopra e per il fattore-campo a favore del suo rivale. Senza mancare di "rammentargli" il suo precedente vincente a Valencia nel Gran Premio di due anni fa, proprio davanti a Martin, il quale da parte sua dodici mesi fa ha chiuso terzo alle spalle di Rins e Binder ed in realtà a Valencia è salito sul gradino più alto del podio solo nel 2020 nella Moto2.
Detto questo, rimangono dubbi e spettri tipo le possibili alleanze più o meno spontanee in pista e il gioco di squadra quello sì invece pianificato. Ma qui rasentiamo la dietrologia ed è un po' troppo presto per pensare che la spregiudicatezza di varia natura debba per forza avere ragione sul fair play e la sportività di un duello fin qui aperto e alla luce del sole, caratteristica della quale si fanno vanti i diretti interessati (piloiti e ripsettive squadre) nonché l'intero movimento e soprattutto l'Organizzatore del Mondiale.