Valencia, capolinea per il titolo: è successo più volte in passato - come quest'anno per la sfida tra Bagnaia e Martin - che il titolo sia stato assegnato al "Ricardo Tormo" di Cheste. Una specie di kartodromo "king size", disegnato in una conca dal cui bordo esternoil pubblico può seguire pressoché integralmente l'azione in pista. E di episodi decisivi e a volte controversi gli appassionati confluiti lungo gli anni sulle tribune naturali dell'arena valenciana ne hanno testimoniati diversi, con i piloti di casa spesso e volentieri contrapposti a quelli italiani e - ci piace ricordarlo per primo - il trionfo della "stella solitaria" Nicky Hayden ormai diciassette anni fa.
Nel 2006 il campione statunitense del team Honda HRC ebbe la meglio su Valentino Rossi nella corsa al titolo proprio a Valencia. In sella alla sua gialla Yamaha, il Dottore sembrava avviato verso una missione relatovamente agevole ma scivolò a terra dopo soli cinque giri e non riuscì a rimontare oltre la tredicesima posizione, consegnando il titolo a Kentucky Boy, terzo al traguardo alle spalle delle Ducati ufficiali guidate da Troy Bayliss (in gita premio per il titolo SBK, un po' come recentemente Bautista a Sepang ma con risultati diversi) e da Loris Capirossi. Valentino e Nicky si sarebbero poi trovati compagni di squadra in sella alle Rosse di Borgo Panigale nel biennio 2011-2012 e lo statunitense avrebbe perso la vita nel mese di maggio di sei anni fa per un incidente stradale con la bici appena fuori dall'autodromo di Misano Adriatico.
A Rossi Valencia costò nuovamente cara a distanza di quasi un intero decennio dal clamoroso flopo del 2006, quando aveva di fatto già completato la sua collezione di titoli della premier class. Era il 2015, la stagione dei veleni tra Valentino e Marc Marquez, si arrivava dal "fattaccio di Sepang e l'italiano - penalizzato per quell'episodio e al via dall'ultima fila - chiuse quarto in rimonta una gara che avrebbe però dovuto terminare sul podio per laurearsi campione. Il Cannibale... scortò invece fin sul traguardo Jorge Lorenzo (compagno di squadra di Rossi, a completare la beffa), che si aggiudicò così il terzo ed ultimo titolo MotoGP della sua carriera.
Quanto allo stesso Marquez, a Valencia il campione di Cervera che si appresta a scendere dalla Honda per montare sulla Ducati si è aggiudicato un paio dei suoi sei titoli nella MotoGP. Esattamente dieci anni fa Marc la spuntò al "Ricardo Tormo" proprio nei confronti del connazionale Lorenzo, mettendo in bacheca il suo primo titolo nella premier class. Risale invece a sei anni il quarto sigillo by Marquez: era il 2017 e lo spagnolo di Honda HRC approdò alla resa dei conti con un margine di vantaggio di ventuno punti nei confronti di Andrea Dovizioso. Ventuno: gli stessi che dividono oggi Bagnaia da Martin, ma con la fondamentale differenza che oggi si corre (e si assegna punteggio!) anche al sabato nel formato Sprint. Il ducatista italiano provò a giocarsela ma rovinò a terra nel finale, senza aver peraltro veramente prodotto una prestazione in gradi di impensierire Marquez, che da parte sua festeggiò dal terzo gradino del podio il quarto dei suoi sei titoli MotoGP.
Resta da dire, venendo a tempi ancora più recenti (ma che non rimpiangiamo proprio!) di Valencia 2020, occasione nella quale Joan Mir si laureò campione con una gara di anticipo (il Mondiale pandemico si sarebbe chiuso sette giorni dopo a Portimao). A fare le spese della stagione d'oro del pilota catalano (e della Suzuki) fu tre anni fa Franco Morbidelli. Valencia insomma non ha storicamente detto granché bene ai nostri ma non ci ci sono ragioni per le quali Bagnaia e il suo entourage debbano essere preoccupati.
Anche perché è stato proprio Pecco a migliorare lo "storico" valenciano dei nostri a livello "title decider", aggiudicandosi dodici mesi fa il primo titolo di un pilota italiano nella MotoGP (su Fabio Quartararo) a tredici anni distanza da Valentino Rossi (2009), riportando in cima al mondo un binomio pilota-moto tutto italiano a mezzo secolo esatto dal successo di Giacomo Agostini con la MV Agusta nel lontano 1972.