Finalmente parla il campo: il derby d'Italia vale un pezzetto di tricolore
Si affrontano a Torino la prima e la seconda in classifica, in una sfida che già profuma di scudetto
Complice la pausa delle Nazionali, sono quasi due settimane che si parla di questo Juventus-Inter. Poche ore e, sarebbe da dire finalmente, parlerà il campo. Una rivalità eterna, alimentata negli ultimi decenni ma che si è incendiata 60 anni fa, la logica che le indica come le favorite per lo scudetto, la classifica che le vede in vetta distanti due punti: ce n'è abbastanza per trasformare una sfida già importante di suo nella partita dell'anno (almeno finora).
Fuori dal campo ha fatto abbastanza sorridere il rimbalzo del ruolo di favorita per la vittoria finale. Da una parte si dice che non avere le coppe è un vantaggio enorme, dall'altra che essere a due punti di distanza dalla squadra più forte era qualcosa di impensabile a inizio campionato. Schermaglie che comunque racchiudono fondi di verità. Le due rose sono indubbiamente le migliori della Serie A, con il Napoli che però ha pagato il cambio della guida tecnica. L'Inter ha praticamente due squadre, la Juve una difesa di ferro e la possibilità di scegliere tra quattro punte di altissimo livello.
Anche la gara di questa sera, al netto di assenze importanti da una parte e dall'altra, mostra il meglio del campionato. Senza Danilo, Weah e con un Locatelli acciaccato, Allegri può comunque schierare un settore arretrato ormai collaudato (Gatti-Bremer-Rugani) e difficilmente superabile. Anche a centrocampo, con McKennie, Miretti e Rabiot, aiutati sull'esterno da Cambiaso e Kostic, ha la possibilità di abbinare fisicità e qualità per ribaltare l'azione e innescare la coppia Chiesa-Kean. Inzaghi non ha due pedine importanti in difesa (Pavard e Bastoni) ma può schierare un settore arretrato composto da Darmian, De Vrij e Acerbi. Diciamo che ci sono disgrazie peggiori... Centrocampo e attacco sono quelli titolari, con l'unico neo dell'assenza di Sanchez, come alternativa alla coppia Lautaro-Thuram.
Tanti bei nomi ma poche certezze di vedere un calcio spettacolare. Ai tifosi interessano i punti e per divertirsi bisogna andare al circo (come piace ricordare all'allenatore bianconero), ma sarebbe bello, per una volta, vedere una partita piacevole anche sotto l'aspetto estetico e non solo sotto quello agonistico.