L'ANALISI

Mazzarri, ritorno al passato con la riscoperta delle logiche "spallettiane"

Il Napoli torna da Bergamo con i tre punti e la certezza di aver ritrovato alcune fondamentali linee di gioco

di
oraxora placeholder

Il fantasma di Lucianone si è sempre aggirato dalle parti di Catel Volturno e del 'Maradona' durante la poco felice gestione Garcia. Ora, con l'arrivo di Mazzarri, si è presentato in carne e ossa sulle tribune di Bergamo per ritornare finalmente a vedere la sua opera d'arte arrugginita dopo la sua partenza. Il vecchio-nuovo allenatore del Napoli, toscano come il suo predecessore ora ct, lo aveva detto prima di risedersi sulla panchina azzurra: "Sto studiando il calcio di Spalletti".

Deve averlo fatto bene perché, contro l'Atalanta, soprattutto nel primo tempo, si sono riviste situazioni più simili a quelle della scorsa stagione che a quelle della gestione Garcia. Il Napoli degli ultimi anni vive una sorta di "legacy", uno scambio di logiche strategiche che vengono tramandate da un allenatore all'altro. Se Spalletti sottolineava come sui campi di allenamento ci fossero ancora le linee di gioco di Sarri, Mazzarri si è praticamente proposto, a mezzo stampa al suo ex presidente, dichiarando che gli sarebbe piaciuto mettere in pratica quanto recentemente mostrato dall'attuale ct dell'Italia.

Al di là dell'amato, da De Laurentiis, 4-3-3, c'è la voglia di essere padroni del campo, di dare ai giocatori la capacità di leggere e occupare gli spazi tra gli avversari, di tenere la linea alta, di pressare e riaggredire a palla persa. Garcia ha voluto metterci troppo qualcosa di suo, inceppando un meccanismo che sembrava perfetto. Mazzarri è ripartito dal passato lavorando molto sulla testa e approfittando della sosta per oliare vecchi sincronismi. A Bergamo si è rivista la voglia di sfruttare gli esterni, con il corollario di cross che hanno portato a un gol annullato e a quello del vantaggio, una libertà di movimento lasciata a Kvara e a Politano, che si scambiavano le corsie per evitare i raddoppi di marcatura, un Lobotka rimesso al centro della manovra offensiva e un'aggressione alta che ha, tra l'altro, garantito il gol del raddoppio.

Il resto lo fa una rosa di alto livello, in cui ci si può permettere di scegliere tra tre attaccanti centrali del calibro di Osimhen, Raspadori e Simeone, e di pescare dalla panchina l'autore del gol decisivo, come nel caso di Elmas. Il Napoli sembra sulla strada giusta, che poi è quella del recente passato. Ritrovando vecchi sentieri ci sono le basi per continuare a sognare. 

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