IN ATTESA DEL PROCESSO

Dani Alves, terzo no al rilascio su cauzione: resta in carcere

 Il Tribunale di Barcellona ha motivato il rifiuto perché c'è il rischio concreto di fuga. Intanto sono stati versati 150mila euro alla vittima

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9Il Tribunale di Barcellona ha negato ancora una volta la libertà provvisoria richiesta dall'ex giocatore del Barcellona Dani Alves, accusato di violenza sessuale da una giovane donna in una discoteca lo scorso dicembre, poiché persiste il rischio di fuga, addirittura aumentato dalla vicinanza del processo. È la terza volta che il Tribunale respinge i ricorsi del terzino brasiliano contro l'ordine di carcerazione emesso dal gip, che lo ha rinchiuso in carcere, dove è detenuto dal 20 gennaio presso il centro penitenziario Brians 2. Sul capo di Dani Alves pende una richiesta di 9 anni di prigione.

Secondo l'ordinanza, la corte ha respinto la richiesta di Dani Alves perché "tutti i requisiti per accettare la detenzione provvisoria sono soddisfatti. Nessuna delle misure alternative proposte all'epoca dalla difesa del giocatore potrebbe eliminare il rischio di fuga. Solo la carcerazione preventiva può scongiurare tale rischio". Contro tale ordinanza, i legali del brasiliano hanno tre giorni di tempo per fare ricorso.

Finora Dani Alves si è sempre dichiarato innocente, sostenendo di aver avuto un rapporto consensuale con la ragazza che lo accusa. In una recente intervista il brasiliano ha dichiarato di avere la coscienza pulita e di voler scusarsi per quanto fatto solo con la moglie, ribadendo il suo punto di vista. Dopo la richiesta di nove anni di reclusione però ora bisognerà capire se i legali del brasiliano vorranno procedere con l'iter processuale o cercheranno un accordo con la Procura. Intato i suo avvocati hanno reso noto di aver pagato la somma di 150mila euro a titolo di risarcimento del danno.

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