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Le sdottorate: Inter, numeri da record. Gatti, troppi elogi...

La vittoria nerazzurra a Napoli certifica che lo scudetto 2024 è cosa a tre tra Inter, Juventus e Milan

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Il 3-0 dell’Inter a Napoli certifica – se ancora ce ne fosse stato bisogno – che lo scudetto 2024 è una cosa a tre, un affare riservato alle grandi metropolitane del nostro calcio. Dai 35 punti dei nerazzurri fino ai 29 del Milan con in mezzo i 33 della Juventus. E un prossimo turno che regala un impegno “morbido” per l’Inter (in casa con l’Udinese) e due sfide toste per la Juve (allo Stadium proprio contro il Napoli) e per i rossoneri (a Bergamo).

EN PLEIN – Nello scorso campionato il Napoli aveva fatto all in: scudetto, miglior attacco, miglior difesa e capocannoniere. L’Inter prova a emulare l’en plein azzurro e per ora ci sta riuscendo. È in testa; con 33 gol all’attivo ha il miglior attacco (+ 7 sul Napoli); con sole 7 reti incassate ha la miglior difesa (due in meno della Juve); con 13 centri Lautaro Martinez (ieri a secco) è il re dei bomber. Con una chicca che riguarda Sommer, decisivo su Kvara quando ancora la partita era in bilico, sullo 0-1: il portiere svizzero ha mantenuto la porta inviolata in 9 delle 14 gare di campionato fin qui disputate.

GOLEADA – Solo due volte nella sua storia l’Inter aveva vinto con uno scarto maggiore a Napoli: 1-5 nel 1962-63 e 0-4 nel 1950-51. Era dal 16 aprile 1977 che i nerazzurri non passavano in quello che un tempo era il San Paolo con tre gol di margine: 0-3 con doppietta di Pavone e gol di Fedele.

SCARAMANZIA – Curioso il dato statistico che ereditiamo dal trionfo nerazzurro di ieri sera. Le ultime sei volte che l’Inter ha vinto a Napoli non ha poi festeggiato a fine stagione lo scudetto. Questo il dettaglio: 1-3 nel 2019-20 (scudetto alla Juventus), 0-2 nel 1997-98 (Juve), 1-2 nel 1996-97 (Juve) 1-3 nel 1994-95 (Juve), 1-2 nel 1992-93 (Milan), 0-2 nel 1983-84 (Juve). Tre pareggi e due sconfitte per l’Inter a Napoli nel corso degli ultimi 5 campionati vinti dai nerazzurri (ovviamente con il Napoli in A): 1-1 nel 2020-21, 0-0 nel 2009-10, 1-0 per gli azzurri nel 2008-09 e nel 2007-08, 0-0 nel 1988-89. Così l’ultima accoppiata "vittoria a Napoli + scudetto" rimane quella del 1979-80: 3-4 con Bersellini in panchina e a segno Muraro (doppietta), Altobelli e Beppe Baresi.

OPERAIO – L’onda lunga del 2-1 al Brianteo/U-Power Stadium è un po’ il remake de “La classe operaia va in Paradiso” e ha regalato la copertina a Federico Gatti. Un difensore di 25 anni arrivato tardi al grande calcio visto che fino al 2020 giocava tra i dilettanti. Promozione, Eccellenza, Serie D. Una carriera cominciata dal basso, proseguita poi in C con la Pro Patria, in B con il Frosinone prima di approdare (estate 2022)… alla Juventus che due estati fa lo soffiava al Torino nelle cui giovanili Gatti aveva militato dai 7 ai 14 anni. Una bella storia, senza dubbio. Scandita peraltro in maglia bianconera da 4 gol affatto banali. Due nella scorsa stagione in Europa League: entrambi allo Stadium, contro lo Sporting Lisbona (1-0) e il Siviglia (1-1). E due in questo campionato: allo Stadium nel derby (2-0) e a Monza (2-1). Nello specifico, due gol decisivi per la vittoria, uno che ha aperto la strada del successo sul Toro e uno determinante per un prezioso pareggio (vanificato poi dalla sconfitta in Andalusia nel ritorno). Due di queste reti (quella di venerdì scorso e quella al Siviglia) sono peraltro arrivate ben oltre il 90esimo. A conferma che Gatti ha notevoli doti caratteriali che ben si sposano allo slogan bianconero dei tempi moderni “Fino alla fine”. Epperò di qui a fare di Gatti un incrocio tra Nesta e Cannavaro ce ne passa. Perché, siamo onesti, Gatti ispirerà pure simpatia ma “pesando” le sue caratteristiche rimane un giocatore davvero modesto, da categorie inferiori. Tecnica più che approssimativa (al confronto Brio era… Platini), letture difensive pasticciate, foga eccessiva, fallo frequente. Ha, quello sì, un grande strapotere fisico ma non basta a nostro avviso per giocare in una grande e neppure per frequentare il club azzurro. Buongiorno, tanto per fare il nome di un competitor, è tre spanne superiore.

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