Binaghi ricorda la vittoria della Coppa Davis e ringrazia Fognini: "Prestazioni al limite dell'eroismo"
Il presidente federale ha voluto ricordare il 36enne di Arma di Taggia che sia nel 2014 che nel 2022 consentì agli azzurri di giungere in semifinale
I rapporti fra Fabio Fognini e la Federazione Italiana di Tennis e Padel non sono proprio idilliaci, eppure sembrano esserci gli estremi per raggiungere una pacificazione a breve. Il primo passo è arrivato dal presidente federale Angelo Binaghi che, a margine dei festeggiamenti per la vittoria della Coppa Davis andati in scena a Bologna, ha voluto ringraziare il 36enne di Arma di Taggia per l'impegno profuso in questi ultimi anni. "Credo, ed è stato il mio primo pensiero dopo la vittoria della Davis, che il capitano e soprattutto la Federazione non debbano perdere un aspetto fondamentale che è il senso della riconoscenza - ha sottolineato il numero uno del tennis italiano -. A Fabio Fognini è infatti andato il mio primo pensiero dopo la vittoria".
Da buon padre di famiglia, Binaghi ha voluto riportare alla memoria le imprese realizzate dal tennista ligure che, ben prima che Jannik Sinner e Matteo Berrettini raggiungessero i vertici dello sport internazionale, ha condotto l'Italia a sfiorare l'"Insalatiera".
"Io sono più vecchio di Sinner e anche di Volandri e ho vissuto almeno 20-23 anni di passione con questa Coppa Davis in giro per i campi del mondo. E io non dimentico quello che Fabio Fognini ha fatto tante volte, con compagni di squadra più modesti rispetto a Sinner e Berrettini e ha avuto delle prestazioni al limite dell'eroismo per la Coppa Davis, ha combattuto in campi avversi, con arene che facevano il tifo contro, con avversari di grande valore e ha vinto match incredibili, dando lustro alla nostra nazionale e alla Federazione, riuscendo a tenerla a galla e fargli fare ottimi risultati - ha sottolineato Binaghi - La cosa più importante è che lui abbia vinto nella stessa settimana un ottimo challenge in Spagna, che gli permette di arrivare di nuovo a ridosso dei primi 100. Credo che questo fosse il suo obiettivo; significa entrare negli Slam in tabellone. A una certa età è un passaggio importante. Uno degli obiettivi che lui continui come fanno Djokovic, Monfils, che hanno la sua stessa età, perché in questo momento la festa è di tutti, quindi anche sua, ma soprattutto c'è bisogno di tutti perché il tennis possa continuare a crescere e dare soddisfazioni nei prossimi anni a tutti i nostri appassionati".
Leggendo fra le righe non può quindi che emergere la parola "squadra" che va di pari passo con il termine "unione" che proprio il capitano non giocatore Filippo Volandri ha designato come l'elemento cardine del successo ottenuto a Malaga che ha riportato la coppa in Italia dopo 47 anni: "Dovevamo esser qui oggi, perché qui tutto è nato. Bologna è stato il punto di partenza, il luogo dove la squadra è diventata squadra - ha commentato l'ex tennista livornese - Lo 0 a 3 contro il Canada ha fatto sì che la squadra si compattasse ancora di più e il palazzetto sempre pieno di Casalecchio ci ha spinto nelle difficoltà. Dovevamo essere qui a Bologna per ringraziarla".
E Bologna continuerà a esser la città della Coppa Davis come ricordato dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che si è speso particolarmente affinché la manifestazione potesse svolgersi proprio nella città affacciata sul Reno: "Noi abbiamo un accordo per cinque anni. Il prossimo anno ci sarà la soddisfazione di poter accogliere la squadra che ha vinto la Coppa Davis e quindi la più forte al mondo; è impagabile. Io appartengo alla generazione della Davis del Cile, sono cresciuto con il
mito di quei fortissimi quattro tennisti di allora, anche questi hanno scritto la storia del tennis del nostro Paese nel mondo e rimarranno nella storia. Da parte nostra ringraziarli era il minimo. Oggi abbiamo l'onore e l'orgoglio di ricordare che un pezzettino di quella conquista è passato anche da questo territorio".