Attorno al mondo Milan torna a circolare il nome del fondo del Barhein Investcorp. Lo scrive oggi per Il Sole 24 ore Carlo Festa, precisando però che si tratta di una situazione ben diversa rispetto a quella di due anni fa, quando il fondo stesso era interessato alla acquisizione del club rossonero prima che questo finisse poi nelle mani di RedBird e di Gerry Cardinale. Ora, secondo quanto riportato dal quotidiano milanese, lo stesso ex banchiere statunitense di Goldman Sachs sarebbe invece stato "impegnato in questo ultimo mese a sondare con maggior decisione potenziali investitori, sia americani sia soprattutto dell’area del Golfo Persico, interessati a iniettare equity (cioè capitali propri) a monte del club rossonero".
Nell'articolo si precisa così che tra i potenziali interessati è allora rispuntato proprio il fondo del Bahrein: al di là dei "no comment" di circostanza, Il Sole 24 Ore scrive che "ci sarebbero stati colloqui tra esponenti di RedBird e alcuni manager di Investcorp". L’obiettivo sarebbe, appunto, quello di "fornire capitali aggiuntivi da iniettare al vertice della catena di controllo milanista a fianco di quelli già versati da altri sottoscrittori del fondo costituito da RedBird".
Ma perché RedBird avrebbe intavolato queste discussioni? Gerry Cardinale "non ha fretta né scadenze imminenti visto che le linee di debito di 600 milioni di euro (con interessi al 7%) fornite da Elliott, su una acquisizione del Milan del complessivo valore di 1,2 miliardi, hanno ancora davanti a sé due anni prima del rimborso" continua Carlo Festa. Ma l’obiettivo sarebbe quello di "riuscire a rimborsare prima della scadenza parte del debito verso il fondo della famiglia Singer, senza contare che qualcuno degli attuali quotisti del fondo RedBird potrebbe voler uscire prima del tempo e monetizzare l’investimento".