Gianluca Mancini ha rilasciato una lunga intervista a Marialuisa Jacobelli sul profilo Instagram di SportMediaset parlando a 360° di Roma e Nazionale. "A Trigoria siamo come una seconda famiglia, uniti e compatti sia quando le cose vanno bene, sia quando vanno meno bene - ha spiegato parlando . Questa è una caratteristica importante all'interno di una squadra". "Mourinho? Le prime volte che lo vedevo a Trigora era un'emozione forte perché sappiamo tutti quello che ha fatto il mister e quello che ha vinto - ha aggiunto parlando dell'importanza dello Special One nello spogliatoio giallorosso -. E' un'icona del calcio e un motivo in più per dare il massimo ogni giorno in allenamento e in partita".
Poi qualche considerazione sul peso della fascia da capitano e sul rapporto con i tifosi. "Qua a Roma la fascia da capitano è importante che ho imparato a capire durante questi anni - ha raccontato Mancini -. L'hanno indossata giocatori importanti come Di Bartolomei, Totti, De Rossi. Quando manca Lorenzo, che è il nostro super capitano, sono onorato di indossarla". "L'Olimpico ci regala tantissime emozioni, forza e voglia di dare qualcosa di più - ha continuato -. I tifosi ci incitano quando vinciamo e anche quando siamo sotto nel risultato non smettono di cantare a volte abbiamo ribaltato il risultato anche per merito loro". "Il mio rapporto con i tifosi penso sia buono - ha aggiunto -. Cerco di dare sempre il massimo e di uscire dal campo stremato per i miei compagni, per lo staff e per i supporter".
Quanto ai mister che hanno inciso di più sulla sua crescita, poi Mancini si sofferma soprattutto su due figure: "Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno dato qualcosa. Se ne devo citare uno in particolare, dico Gasperini perché mi ha cresciuto i primi anni in Serie A, sia mentale che fisicamente. Oggi poi ho il migliore, Mourinho, e da lui imparo tutti i giorni sotto tutti gli aspetti". Citazione speciale poi anche per un compagno di squadra: "Ho avuto la fortuna di avere grandi giocatori accanto, ma con Spinazzola è nata un'amicizia speciale. Abbiamo vissuto insieme a Perugia, Bergamo e Roma. Ci sproniamo, litighiamo, ci facciamo forza quando qualcuno è un po' giù". "Lukaku e Dybala? Sono due ragazzi eccezionali e uomini squadra. Sono giocatori fortissimi - ha proseguito -. E' bello allenarsi con loro e contro di loro. Con loro due posso imparare e migliorare molto".
Per quanto riguarda poi il giocatore più forte mai affrontato e il gol più importante messo a segno finora, Mancini non ha dubbi. "Higuain è l'attaccante più forte che ho marcato - ha spiegato -. Il gol più importante invece è quello che ho segnato alla Juve l'anno scorso. Abbiamo vinto 1-0. E' stato un gol un po' particolare da fuori area. Io generalmente segno di testa o in area, lì è stata una giornata buona in cui mi è uscito un bel tiro".
Infine qualche battuta sulla Nazionale, sui motivi alla base della scelta del numero di maglia e su un sogno calcistico ancora da realizzare. "Il sorteggio per gli Europei? E' un girone tosto. Sapevamo che poteva andare così - ha spiegato il difensore azzurro -. La squadra più forte è la Spagna, ma siamo l'Italia e dobbiamo affrontare tutti con orgoglio e senza paura". "Ho scelto il numero 23 per due motivi - ha aggiunto - Il primo è perché il 23 è il giorno in cui mi sono fidanzato e poi sposato con mia moglie, il secondo motivo è legato invece a Marco Materazzi. Ho scelto il 23 in suo onore". "Un sogno da realizzare ancora? Vincere il prossimo trofeo. Qualsiasi", ha concluso Mancini.