All'avvicinarsi del decimo anniversario dell'incidente di Méribel, un'inchiesta giornalistica condotta dal reporter tedesco Jens Gideon per conto dell'emittente televisiva ARD porta alla luce due gravi errori che avrebbero avuto un ruolo - purtroppo decisivo - nell'innesco dell'incidente stesso e poi nel possibile aggravamento delle condizioni del sette volte campione del mondo, che il prossimo 3 gennaio compirà cinquantacinque anni. Il primo sarebbe stato commesso in buona sostanza dallo stesso Michael domenica 29 dicembre del 2013, avventurandosi fuoripista (anche se solo di poche decine di metri) in condizioni di insufficiente innevamento, come riferito al giornalista dai maestri di sci locali. Schumacher finì infatti per impattare contro un grosso masso che affiorava dalla neve. Il secondo sarebbe invece da ascrivere all'errata valutazione iniziale delle condizioni di Schumacher da parte dei soccorritori che - nell'operazione di elisoccorso - avrebbero puntato sul più vicino nosocomio (a Moutiers), per poi fare invece rotta su Grenoble, perdendo minuti preziosi e potenzialmente decisivi.
Intanto la quotidianità di Schumacher continua a rimanere argomento blindatissimo, sul quale in alcune occasioni anche recenti (e con l'autorizzazione della famiglia) ha offerto qualche spiraglio l'ex presidente della FIA Jean Todt, rivelando di aver assistito alla trasmissione di alcuni Gran Premi di Formula Uno al suo fianco. Senza peraltro fornire dettagli sulle condizioni dell'amico, insieme al quale (e con il fondamentale apporto di Ross Brawn come Direttore Tecnico e di Rory Byrne come progettista), lo stesso Todt guidò la Scuderia di Maranello verso una stagione trionfale e ormai lontana vent'anni.