Le vittorie di Lance Armstrong hanno rappresentato una delle pagine più brutte della storia del ciclismo recente. Le sue rivelazioni in merito al doping hanno lasciato basiti tutti gli appassionati delle due ruote che hanno visto svanire il sogno di vincere sette Tour de France dopo aver sconfitto un tumore ai testicoli. Il campione texano è tornato a parlare dei controlli a cui veniva sottoposto e dei metodi per eluderli: "Ho avuto circa 500 test e non ne ho mai fallito uno. Non è una bugia, visto che non c’era modo di evitarli. Quando facevo la pipì poi la analizzavano. La verità è che alcune sostanze che usavo, soprattutto quelle più benefiche, avevano una durata media di quattro ore".
Una sostanza che potrebbe cambiare la storia di questo sport qualora l'americano decidesse di svelare di cosa si trattasse, ma che soprattutto rischia di cambiare i risultati di quegli anni, troppo spesso contraddistinti dall'ombra del doping. Ai microfoni del podcast di Bill Baher Club Random Armstrong ha sottolineato come l'effettiva efficacia del prodotto stava nella permanenza della sostanza nel corpo a differenza di altre sostanze stupefacenti.
"Potresti fumare uno spinello e dopo due settimane risultare ancora positivo perché il tempo di smaltimento è molto più lungo, ma ad esempio l’EPO, che cambiò tutti gli sport di resistenza, ha una vita media di quattro ore e lascia il corpo rapidamente - ha sottolineato l'atleta a stelle e strisce -. Usavo un farmaco che non era rilevabile e che era tremendamente benefico per le prestazioni e per il recupero. Ci avevano fatto credere che preso sotto la cura di un medico era sicuro, ma è una cosa che non condivido“.