Dopo le fatiche di Champions, il Milan risponde presente col Monza. E lo fa con una prestazione solida e convincente. Nel tris rifilato ai brianzoli brillano le qualità tecniche di Reijnders, la garra e la duttilità di Florenzi e la spinta a sinistra della premiata ditta Theo-Leao, tornata a essere l'arma in più nello scacchiere di Pioli. Ma non è tutto qui. Nel delicato match contro gli uomini di Palladino, infatti, dal punto di vista tattico i rossoneri hanno mostrato anche un'anima camaleontica decisiva per imbrigliare i brianzoli, dominare il match dando pochi punti di riferimento e cambiare rapidamente atteggiamento nel corso della gara.
Con Pobega dietro, la difesa a tre e Florenzi in continuo movimento tra la mediana e la linea arretrata il Milan da una parte ha dato solidità alla fase di non possesso e dall'altra ha attaccato con più uomini in fase di spinta. Una soluzione preziosa per soffocare la manovra biancorossa tra le linee, raddoppiare sulle seconde palle e ripartire cercando di sfruttare la superiorità sugli esterni o tagliare il campo con i quinti per andare alla conclusione.
Non a caso, al netto del gol di Reijnders che ha sbloccato la gara, le azioni migliori dei rossoneri del resto sono arrivate infatti proprio dalle sovrapposizioni sulle corsie. A sinistra, a tratti, ci hanno pensato Leao e Theo a tenere alto il ritmo e la pressione con le loro incursioni palla la piede. A destra invece è toccato a Florenzi fare il doppio lavoro impegnando anche Di Gregorio in maniera pericolosa in un paio di occasioni.
Tutto con un pomeriggio magico per il baby-Simic sullo sfondo. Entrato dopo il ko di Pobega, il classe 2005 ha raddoppiato i conti al suo debutto in Serie A con personalità e poi si è disimpegnato senza rischi nei tre dietro grazie anche all'aiuto di Kjaer e Tomori. Una buona notizia per il presente e per il futuro del Milan targato Pioli.