Il decreto crescita continua a tenere banco tra le fila del Parlamento e fa tremare la Serie A. Nella legge di bilancio 2024 allo studio delle Camere sarebbe infatti contenuto l'abolizione del beneficio fiscale che nelle ultime stagioni ha aiutato i club del campionato italiano a investire su calciatori provenienti dall'estero e a essere competitivi in Europa. Un passo indietro che peserebbe moltissimo sui bilanci delle società della Serie A e che metterebbe a rischio non solo molte operazioni in entrata sul mercato, ma anche le trattative per i rinnovi di contratto.
Al momento si tratta ancora di ipotesi, perché non si conosco ancora nel dettaglio le intenzioni dell'esecutivo. Ma sul tema ora trapela un certo pessimismo in Lega dopo le indiscrezioni di ottobre che sembravano andare in direzione opposta. L'unica cosa certa è che i club del massimo campionato italiano cercheranno di fare pressione in maniera unanime fino alla fine per ottenere un ripensamento sulla questione. Secondo quanto trapela, l'abolizione del decreto crescita riguarderebbe soltanto i contratti futuri e non andrebbe a toccare i benefici fiscali pregressi. Dettaglio che non peserebbe sugli investimenti fatti finora dalle squadre, ma che inciderebbe in maniera importante sui rinnovi dei giocatori in scadenza nel 2024, considerati a tutti gli effetti dei nuovi contratti.
"Si è deciso di predisporre un documento sintetico che mostri i danni di questa abolizione e come toglierlo possa sfavorire proprio i giovani - ha spiegato il Presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, annunciando le prossime mosse -. Lo invieremo con uno spirito collaborativo, non di contrasto". Secondo la Lega di Serie A e i rappresentanti dei club, l'abolizione del decreto crescita toglierebbe risorse preziose soprattutto ai settori giovanili delle squadre. Tesi che potrebbe non bastare per far cambiare idea al governo.