SUPERLEGA

Superlega, il calcio nella sua era postmoderna: occhio all’Arabia Saudita

La sentenza della Corte di Giustizia europea apre la strada al progetto di A22 ma non solo, tra i club per ora prevale il fronte del no

Il calcio è entrato nella sua era postmoderna. Comunque vadano le cose nei prossimi mesi, il 21 dicembre 2023 resterà una data storica. Perché la sentenza della Corte di Giustizia europea, che ha sancito la fine del monopolio del football mondiale da parte di Fifa e Uefa, apre sostanzialmente la strada alla Superlega. È quasi certo che prima o poi quel progetto si farà. Con tanti saluti al calcio per come lo abbiamo conosciuto dal secondo Dopoguerra in avanti.

"Il monopolio Uefa è finito, il football da oggi è libero”, ha detto Bernd Reichart, il Ceo di A22 Sports Management, la società già pronta con un nuovo format di competizioni internazionali. L’idea è quella di mettere in piedi una Superlega composta da 64 squadre e da tre tornei, che prenderebbero il posto delle attuali Champions, Europa e Conference League. A22 Sports promette più soldi ai club e calcio gratis, via streaming, per i tifosi. Propone, inoltre, una competizione meno elitaria di quella pensata due anni e mezzo fa dall’ex presidente della Juve, Andrea Agnelli (che esulta con un post su X) insieme ad altri grandi club come il Real Madrid e il Barcellona, gli stessi che hanno portato in tribunale Fifa e Uefa, vincendo la partita.

Ora si tratta di capire quali società aderiranno alla Superlega, e soprattutto quando, considerando che i diritti tv per le prossime tre stagioni delle coppe europee sono già stati venduti. Al momento, in Italia, solo il presidente del Napoli De Laurentiis apre alla novità. Attraverso un comunicato, invece, si sono dette contrarissime società importanti come Roma e Inter. Idem la Federcalcio, che parla di “campionati nazionali da difendere a tutti i costi”. Anche il presidente del Coni Malagò non ha dubbi: “Con la Superlega – ha dichiarato – la Serie A rischia di diventare marginale”.

Superlega ma non solo, perché la sentenza della Corte Europea spezza di fatto ogni forma di monopolio. In sintesi, oltre ad A22, chiunque potrà creare un nuovo torneo, una nuova competizione. Saranno poi i rispettivi club a scegliere se partecipare o meno. Occhio allora anche alle mosse future dell'Arabia Saudita, che con un ricchissimo budget e un progetto ancora più innovativo potrebbe opporsi alla Superlega e rilanciare la sfida di un calcio forse meno romantico ma di certo sempre più ricco.

Stavolta la rivoluzione è compiuta e se è vero che tra i due litiganti il terzo gode, non è da escludere che alla fine pure gli arabi (oppure gli americani, o gli asiatici) approfittino della situazione per supportare il progetto Superlega, proponendo una sorta di Nba del calcio organizzata su scala mondiale.