La notte non ha portato consiglio e la (breve) riflessione non ha evidentemente portato a nulla che potesse essere immaginato come una rapida risoluzione dei problemi. In casa Milan però sono state ore delicate e strane allo stesso tempo. Prima le voci sul possibile esonero di Stefano Pioli, poi il sondaggio con i senatori del gruppo, infine la decisione, chissà quanto felice, di tirare almeno la fine dell'anno. In mezzo un significativo fermento social e le solite voci impazzite e un po' fantozziane su fantomatici accordi raggiunti tra Antonio Conte e il Milan con la benedizione o l'aiuto concreto di Zlatan Ibrahimovic. Niente di vero se, al contrario, la conferma di Stefano Pioli sarebbe proprio la diretta conseguenza della mancanza di alternative valide. Questo, almeno, a oggi, perché niente può cambiare rapidamente come il futuro di un allenatore di calcio.
Certamente il nome di Antonio Conte circola da qualche tempo dalle parti di Milanello e quasi certamente la corsa di Stefano Pioli in rossonero è avviata al capolinea. Arrivare all'ex Tottenham è però tutto fuorché semplice, intanto perché ha molte pretendenti (in Italia Juve e Roma, entrambe destinazioni che lo affascinano), quindi perché prendere Conte significa spendere molto per il suo ingaggio (pur passando a una riduzione dello stesso) e sul mercato, sconfessando almeno in parte la filosofia attuale, quella cioè di inseguire giovani prospetti a basso costo che possano essere eventualmente rivenduti in futuro con un ampio margine di guadagno.
In questo senso le alternative al tecnico leccese sembrerebbero tutte più in linea con l'attuale proprietà: da Farioli a Italiano, l'idea sembrava almeno fino a qualche settimana fa quella di scommettere su un tecnico emergente che sapesse lavorare con i giovani, ma fino a qualche settimana fa nessuno aveva preso seriamente in considerazione la possibilità di chiudere subito il contratto con Pioli. Che, se l'emergenza dovesse continuare e rivelarsi irreversibile, potrebbe essere sostituito in panchina da Ignazio Abate, magari sostenuto dall'amico Ibra.
Ma ogni discorso sembra in questo momento precoce. Se ne riparlerà eventualmente dopo il Sassuolo, ultimissima spiaggia per allenatore e squadra. Mai come questa volta, Pioli non ha davvero margine di errore.